Tassi negativi anche negli Usa, Bernanke esorta la Fed a non escludere questo scenario
L’ex governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha esortato la banca centrale a considerare l’utilizzo di tassi di interesse negativi. Pioniere di alcune delle misure straordinarie con cui la Fed ha fatto uscire l’economia dalla Grande Recessione, Bernanke ha sostenuto il quantitative easing e ora i tassi negativi. “La Federal Reserve dovrebbe considerare i tassi di interesse negativi come una potenziale arma a disposizione per combattere le future recessioni economiche”, ha dichiarato l’ex presidente della banca centrale americana sottolineando che in questo modo si darebbe alla Fed flessibilità in un momento in cui il suo arsenale di strumenti politici è limitato.
Assist ai tassi negativi
“La Fed dovrebbe anche considerare di mantenere un’ambiguità costruttiva sull’uso futuro dei tassi negativi a breve termine, sia perché potrebbero verificarsi situazioni in cui questi fornirebbero uno spazio politico utile; sia perché escludere completamente i tassi negativi a breve termine, creando un piano efficace anche per i tassi a lungo termine, potrebbe limitare la futura capacità della Fed di ridurre i tassi a lungo termine con il QE o altri mezzi”. Tralasciando per un attimo il significato di “ambiguità costruttiva”, questa tacita approvazione dei tassi di interesse negativi si scontra però con il crescente scetticismo nei confronti della politica accomodante in ogni angolo del pianeta come sottolinea l’editorialista di Bloomberg Brian Chappatta che ricorda come la più antica banca centrale del mondo, la Riksbank svedese, ha ufficialmente concluso il mese scorso il suo esperimento con i tassi sotto zero ampiamente interpretato come un messaggio più sui danni che possono derivare dal mantenere i rendimenti soppressi per troppo tempo.
Le dichiarazioni di Bernanke arrivano mentre i funzionari della Fed stanno valutando come rispondere alla prossima crisi con gli straordinari strumenti che hanno utilizzato durante l’ultima recessione. Gli attuali collaboratori della Fed hanno osservato che i tassi di interesse negativi hanno avuto “potenziali effetti collaterali negativi” in altre regioni. “Le differenze tra il sistema finanziario statunitense e i sistemi finanziari di queste giurisdizioni suggeriscono che l’esperienza estera potrebbe non fornire una guida utile per valutare se i tassi negativi sarebbero efficaci negli Stati Uniti”, si legge così nel verbale della riunione del 30 ottobre della banca centrale. Il mese scorso il Presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, ha dichiarato di non essere affatto sicuro che i tassi negativi abbiano aiutato l’Europa e non prevede che gli Stati Uniti scenderanno sotto lo zero. Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, uno dei governatori più colombe, ha detto che i tassi negativi dovrebbero essere l’ultimo strumento a cui i politici si debbano rivolgere durante un periodo di recessione economica.
Bernanke si unisce al coro di altri ex banchieri Us
In questo contesto, i commenti di Bernanke suonano stridenti. Bernanke però non è l’unica autorità della banca centrale a parlare di tassi negativi. L’ex presidente Alan Greenspan ha sottolineato alla CNBC a settembre che è “solo una questione di tempo” prima che i rendimenti sotto zero arrivino negli Stati Uniti. Quando era presidente, Janet Yellen ha scritto in una lettera che “non avrebbe completamente escluso l’uso” dei tassi negativi. L’attuale presidente Jerome Powell ha detto che non si aspetta che la Fed segua questa strada. “Escludere categoricamente i tassi negativi è probabilmente poco saggio, in quanto sono certamente possibili situazioni future in cui lo spazio politico fornito dai tassi negativi potrebbe essere utile”, ha detto Bernanke.