Tassi Bce: tra dazi Usa e “sfida falchi-colombe”, ecco gli spunti dei verbali di marzo

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C’è già chiaramente molto sul tema dazi o, meglio ancora, sui timori dell’impatto della politica commerciale di Donald Trump nei verbali del consiglio direttivo di marzo della Banca centrale europea (Bce) pubblicati oggi. Minute che confermano “l’eterna sfida tra falchi e colombe”, con opinioni divergenti su quando tagliare nuovamente i tassi di interesse nella zona euro.
Dopo la riunione di marzo durante la quale la Bce ha dato una sforbiciata al costo del denaro di 25 punti base (sesto taglio dei tassi da giugno 2024, quando l’Eurotower ha iniziato il percorso di allentamento), sembrava essersi via via registrata una maggiore apertura verso una pausa. Certo è che gli annunci sui dazi Usa di ieri hanno chiaramente aumentato le scommesse sui mercati circa la possibilità di un taglio dei tassi tra due settimane esatte (ovvero nella riunione in calendario giovedì 17 aprile).
Ma vediamo alcuni dei passaggi chiave dei verbali di oggi, tra cui quello sulla politica commerciale e l’impatto sulla crescita.
Impatto dazi e uno sguardo al meeting di aprile
“Guardando al futuro, è stato sottolineato che i probabili shock all’orizzonte, tra cui quelli derivanti dall’escalation delle tensioni commerciali e dall’incertezza in generale, rischiano di incidere in maniera significativa sulla crescita – si legge nelle minute della Bce -. Si è sostenuto che questi fattori potrebbero aumentare il rischio di un mancato raggiungimento dell’obiettivo di inflazione nel medio termine”.
Con una considerazione più generale sul tema: “un dazio può essere visto come una tassa sulla produzione e sul consumo, che comporta anche un trasferimento di ricchezza dal settore privato a quello pubblico. In questo contesto, è stato sottolineato che le tariffe generano una perdita di benessere per tutte le parti interessate”.
“Le prospettive per le esportazioni e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono stati un motivo di forte preoccupazione”, si legge nelle minute. Inoltre, durante il meeting, “è stato notato che, in quanto grande esportatrice, in particolare di beni strumentali, l’area dell’euro potrebbe risentire maggiormente dell’impatto di tali misure.
C’è poi un aspetto messo in luce nelle minute del meeting di marzo. “In vista della riunione di aprile, saranno sul tavolo un taglio e una pausa, a seconda dei dati in arrivo”, scrivono dalla Bce sottolineando che la comunicazione e il linguaggio “non venga interpretato come un segnale in entrambe le direzioni”.
I membri hanno così ribadito che il Consiglio direttivo è determinato “a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al suo target di medio termine del 2%” e “le sue decisioni sui tassi di interesse continueranno a basarsi sulla sua valutazione dell’outlook d’inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, delle dinamiche dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”.
ING: annunci dazi convinceranno lo schieramento dei falchi ad accettare ulteriori tagli dei tassi?
“Il passaggio più importante degli ultimi verbali della Banca centrale europea è stata la discussione sulle prospettive di politica monetaria. È ovvio che già nella riunione di marzo, le opinioni sui prossimi passi avevano iniziato a divergere – spiega Carsten Brzeski, Global Head of Macro di ING -. I membri più dovish della Bce hanno sottolineato il rischio di un’inflazione sottostimata in scia alle crescenti tensioni commerciali, ma anche di un euro più forte. D’altro canto, la parte più hawkish si è concentrata sui servizi rigidi e sull’inflazione interna, nonché sulla politica fiscale in Germania, giustificando un approccio più cauto nei confronti di ulteriori tagli dei tassi”.
In prospettiva, prosegue l’esperto, la domanda cruciale sarà se gli annunci sui dazi di ieri sera convinceranno lo schieramento dei falchi ad accettare ulteriori tagli dei tassi. Perché quello delle colombe sembra essere già salito bordo. “In sintesi, se i dazi statunitensi sui beni europei saranno effettivamente implementati il 9 aprile, ciò offuscherà le prospettive di breve termine per l’economia della zona euro – spiega Brzeski -. Vediamo pochi rischi al rialzo per l’inflazione, a meno che l’UE non reagisca con dure misure di ritorsione, cosa che non ci aspettiamo. Pertanto, pensiamo che lo shock sul commercio di ieri possa un numero sufficiente di falchi, arrivando così ad annunciare un nuovo taglio del tasso di riferimento di 25 punti base nella riunione di aprile della Bce.