Notizie Notizie Mondo Tassi Bce: i verbali suggeriscono un nuovo taglio a giugno. Le frasi chiave su inflazione e dazi

Tassi Bce: i verbali suggeriscono un nuovo taglio a giugno. Le frasi chiave su inflazione e dazi

22 Maggio 2025 15:53

La nuova riunione della Banca centrale europea (Bce) si avvicina. Mancano due settimane esatte, il prossimo 5 giugno, il consiglio direttivo guidato da Christine Lagarde tornerà a riunirsi. Il mercato sconta un nuovo taglio dei tassi (l’ottavo da giugno 2024, quando è iniziato il ciclo di allentamento; il quarto del 2025).

Nell’attesa, oggi sono arrivati i verbali dell’ultima riunione di aprile della Bce, durante la quale il costo del denaro è stato ridotto di 25 punti base. “I membri hanno espresso crescente fiducia circa un ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine. Allo stesso tempo hanno osservato che le prospettive erano offuscate da eccezionale incertezza”, si legge nelle minute appena diffuse. Poche righe nelle quali emerge come la Bce, come tutti, abbia cercato di digerire l’impatto del “Liberation Day” del 2 aprile e ha considerato un taglio dei tassi come l’opzione naturale per affrontare l’incertezza e le pressioni disinflazionistiche.

Ma vediamo alcuni passaggi chiave del resoconto di riunione di politica monetaria di aprile.

Inflazione e tassi nell’era dei dazi

“Isabel Schnabel ha ricordato che l’annuncio del Presidente Trump di dazi inaspettatamente elevati ha innescato una forte svendita sui mercati azionari globali e obbligazionari statunitensi, con conseguente aumento della volatilità dei mercati finanziari”. Iniziano così, con un chiaro riferimento, al 2 aprile le minute della Bce appena pubblicate. Tra passaggi più interessanti anche quello relativo alla crescita, con la riflessione che proprio sulla scia del “Giorno della Liberazione” la Bce è diventata più pessimista sulle prospettive di crescita dell’eurozona.

“Per quanto riguarda l’attività economica nell’area dell’euro, i membri hanno convenuto che le prospettive economiche erano offuscate da un’incertezza eccezionale – si legge nei verbali -. Nel complesso, i membri hanno valutato che i rischi al ribasso per la crescita economica erano aumentati”.

Altro tema chiave quello legato all’inflazione. In particolare, la Bce ha osservato che “l’inflazione sarebbe probabilmente inferiore nel 2025 rispetto a quanto previsto nelle proiezioni di marzo se il tasso di cambio e i prezzi dell’energia rimanessero intorno ai livelli attuali”. Su questo fronte, “alcuni membri hanno affermato che, prima dell’annuncio dei dazi da parte degli Stati Uniti, avevano ritenuto opportuno mettere in pausa i tagli dei tassi nell’attuale riunione (quella del 17 aprile n.d.r.)”. Al tempo stesso, alcuni membri hanno osservato che avrebbero anche puntato a un taglio dei tassi di 50 punti base.

In questi tempi turbolenti, i membri hanno sottolineato la necessità di essere un faro di stabilità, infondendo fiducia ed evitando ulteriori sorprese in un contesto già volatile, che potrebbero amplificare le turbolenze del mercato. Questo ha spinto a un taglio di 25 punti base”, indica ancora il documento.

Meeting giugno alle porte, quali sono i prossimi passi?

La riunione di aprile della Bce è stata chiaramente influenzata dal Liberation day e dalle possibili implicazioni per l’economia dell’eurozona. Ad aprile, l’impatto disinflazionistico era chiaramente predominante”, sintetizza Carsten Brzeski, global head of macro di ING“. Anche se i timori imminenti sui dazi si sono attenuati, spiega l’economista, le attuali pressioni disinflazionistiche potrebbero essere sufficienti per spingere la Bce a tagliare nuovamente i tassi nella riunione di giugno.

Guardando oltre, e nonostante l’attuale pausa di 90 giorni per i dazi “reciproci”, ING ritiene che il lavoro della Bce non sia ancora terminato. Al contrario, spiega, i prezzi più bassi dell’energia e il rafforzamento dell’euro hanno effettivamente aumentato le pressioni disinflazionistiche nell’eurozona, portando probabilmente a una revisione al ribasso delle previsioni sull’inflazione della Bce stessa. “Poiché è probabile che l’inflazione complessiva scenda sotto il 2% prima di quanto previsto dalla Bce, sembra esserci maggiore margine di manovra per l’istituto per continuare a tagliare i tassi”, conclude Carsten Brzeski.

Bloomberg si attende un nuovo taglio a giugno e uno a settembre. “Con l’economia dell’area dell’euro alle prese con la pressione dei dazi statunitensi, ci aspettiamo che la Bce riduca nuovamente i tassi di 25 punti base sia a giugno sia a settembre. Ciò porterebbe il tasso terminale all’1,75%, ovvero 25 punti base al di sotto del livello generalmente considerato neutrale”, indica dopo la pubblicazione delle minute di oggi.