Tasi: prima rata rinviata a settembre per comuni ritardatari, in 12 capoluoghi sarà più cara dell’Imu
Doppio binario per la prima rata della Tasi. La prima scadenza nuova tassa sulla casa che virtualmente va a sostituire l’Imu resta fissata al 16 giugno per quei comuni che hanno già deliberato circa l’aliquota da applicare o che lo faranno entro il prossimo 23 maggio; slitta invece di tre mesi, al 16 settembre prossimo, la scadenza per il pagamento della prima rata in quei comuni che entro il 23 maggio non avranno deliberato le aliquote la scadenza per il pagamento della prima rata della Tasi.
E’ questa la decisione scaturita ieri in seguito al vertice tra governo e Anci (Associazione nazionale comuni italiani). La nota di ieri sera del Ministero dell’Economia e delle Finanze rimarca come tale decisione è volta a venire incontro da un lato alle esigenze determinate dal rinnovo dei consigli comunali, e dall’altro all’esigenza di garantire ai contribuenti certezza sugli adempimenti fiscali.
Ad oggi risulta aver deliberato sull’aliquota Tasi ed eventuali detrazioni solo il 10% circa dei Comuni italiani. Molti dei ritardatari sono quei circa 4.000 comuni che sono alle prese con la tornata elettorale per il rinnovo dei consigli comunali.
Stangata Tasi: peggio dell’Imu in 12 capoluoghi su 32
Nei comuni che già hanno deliberato sulle aliquote da applicare emerge la chiara tendenza all’applicazione di aliquote ben al di sopra del minimo previsto, attestandosi tra il 2,5 ed il 3,3 per mille. Uno studio del servizio politiche territoriali della Uil rimarca come, su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in ben 12 si verificherà un aggravio di imposta rispetto alla vecchia IMU sulla prima casa. Si tratta di Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona e Siracusa.
Nei comuni che già hanno deliberato sulle aliquote da applicare emerge la chiara tendenza all’applicazione di aliquote ben al di sopra del minimo previsto, attestandosi tra il 2,5 ed il 3,3 per mille. Uno studio del servizio politiche territoriali della Uil rimarca come, su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in ben 12 si verificherà un aggravio di imposta rispetto alla vecchia IMU sulla prima casa. Si tratta di Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona e Siracusa.
A pesare è soprattutto la minore entità delle detrazioni rispetto all’IMU 2012. Federconsumatori ha calcolato che nei comuni più virtuosi le detrazioni raggiungono i 110-120 euro, a cui si sommano 30-50 euro per ogni figlio a carico con età inferiore a 26 anni. Scarse detrazioni previste che porteranno circa 5 milioni di famiglie che prima, grazie alle detrazioni sull’IMU prima casa, non pagavano alcun importo, a sostenere per la Tasi cifre ragguardevoli. Torino risulta la città con la Tasi 2014 media più elevata (927 euro), seguita a ruota da Roma (878 euro); poco sotto i 600 euro Milano (stime Federconsumatori relative ad un appartamento tipo: A2, 100 metri quadri, nucleo familiare di 3 persone – senza detrazioni).