Target ambiziosi per il piano strategico Generali
Raddoppio del dividendo e risultato netto di 3,8 miliardi nel 2009 dai 2,4 miliardi del 2006. Sono questi i punti salienti del piano strategico 2007-2009 presentato ieri dal cda di Generali.
Il cda, oltre ad aver proceduto a dettare le linee per una razionalizzazione delle attività estere, ha anche varato una profonda riorganizzazione degli incarichi di vertice, con la nomina di Raffaele Agrusti a Chief financial officer (Cfo). In qualità di direttore finanziario Agrusti diventerà il numero tre della compagnia, con il controllo della finanza, degli affari legali e fiscali e del settore immobiliare.
Le stime contenute nel piano indicano un miglioramento del combined ratio di 3,7 punti percentuali per arrivare al 93,5% nel 2009 e una crescita annua composta del New Business Value (NBV) di poco meno del 10% annuo nel triennio. Per il ramo vita Generali prevede un tasso di crescita annuo del 4,5%, che scende al 3,5% per i danni. Previsto, come accennato, anche il raddoppio del monte dividendi, che salirà dai 955 milioni del 2006 a 1,9 miliardi
Il piano di Generali prevede una profonda ristrutturazione del Leone anche in Germania, secondo mercato della compagnia assicurativa italiana. Da Trieste è stata prevista la fusione di Generali e Volksfürsorge in un’unica compagnia denominata Generali Versicherungen. “La fusione – ha precisato un comunicato del gruppo – darà vita ad una società con 5,1 miliardi di euro di premi, oltre 7 milioni di clienti e una posizione di tutto rilievo nel panorama tedesco – quarto posto nel vita e sesto nel non vita”. I piani di Generali per l’estero prevedono però il proseguimento dello sviluppo in Cina e in India, ma anche un ingresso in Russia.
Questa mattina Generali terrà una conference call con gli analisti. L’evento ha preso il via alle ore 8.30 e potrà portare ulteriore luce anche su alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’amministratore delegato Giovanni Perissinotto, secondo il quale le Generali non hanno intenzione di incrementare la propria quota in Intesa Sanpaolo, oggi pari al 5 per cento.