L’Italia si muove a piccoli passi verso la nascita della cosiddetta società senza contanti. Attenzione, però, nonostante stia prendendo piede la diffusione e l’utilizzo delle carte di pagamento, l’attuazione di una “society cashless” è un’idea ancora prematura per il Belpaese. Il quadro attuale vede una presenza sempre più massiccia della “carta di plastica” nei portafogli degli italiani e il nostro Paese sta raggiungendo i tassi di penetrazione degli altri Paesi. Tendenze e fenomeni che sono stati presentati oggi a Milano durante la quinta edizione dell’osservatorio sulle Carte di credito curato da Assofin, Crif decision solutions e GfK Eurisko.
Se è vero che gli italiani amano ancora i contanti, è anche vero che il mercato italiano si è caratterizzato nel corso del 2006 per un aumento pari al 3% del numero di operazioni effettuate mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante. Un segnale positivo e che dimostra che la propensione a questo tipo di pagamento non manca. Salgono anche le carte di credito in circolazione che hanno messo a segno, sempre nello scorso anno, una crescita pari a circa 8,2%.
Il vero fenomeno rimane però quello delle carte prepagate che risultano essere pari a 4,5 milioni, circa il 36% in più rispetto all’anno precedente. Quello che risulta essere ancora più significativo è che è sensibilmente cresciuto anche il loro utilizzo, che si è portato a una cifra pari a 35,5 milioni, con un progresso che supera il 70%. Tra le plastic card, la carta prepagata è molto importante per le banche e per coloro che le offrono, non tanto dal punti di vista dei guadagni, quanto piuttosto perché fa da apripista e indirizza i clienti verso altri prodotti. È lungimirante per le banche fornire questi prodotti soprattutto per il futuro. E proprio in questa prospettiva è un ottimo strumento che permette di studiare i comportamenti di coloro che la usano.
Nel momento in cui si parla di carte prepagate viene quasi naturale parlare di giovani. E la quinta edizione dell’osservatorio sulle carte di credito ha affrontato il tema dei giovani e gli strumenti d’investimento con focus incentrato su “Quali opportunità di crescita della carta di credito dei giovani?”. “Le banche puntato a catturare i giovani – spiega Cristina Marangoni, responsabile delle carte prepagate di CartaSi – che conquistano così la loro indipendenza, pur rimanendo sempre sotto il costante controllo dei genitori”. Secondo Marangoni, il successo è decretato anche dal fatto che non c’è alcun rischio di spesa.
Per Alessandro Tovani, responsabile marketing di Ducato, la carta di credito è vissuta come uno strumento di fidelizzazione, e alla luce di ciò, la strada da percorrere va verso le nicchie di mercato. “I contenuti sono sempre fondamentali – racconta Tovani – ma un occhio al design e al package potrebbe rivelarsi una mossa vincente, soprattutto per attirare il pubblico più giovane”.
In questo contesto il case history per eccellenza rimaner sicuramente Poste Italiane con la celebre Poste Pay, che ha puntato con i suoi 14 mila sportelli sparsi lungo lo Stivale alla capillarità del territorio italiano. Il successo del gruppo guidato da Massimo Sarmi è stato sancito dalla capacità del gruppo di aggirare uno dei più grossi preconcetti che esiste nei confronti delle “classiche” carte di credito, ovvero la paura di effettuare pagamenti in Internet.
Giovani o non giovani, i passi fondamentali per far sviluppare ulteriormente questo comparto è definire il mercato, portare avanti una mirata strategia di marketing e comunicazione e mantenere un impegno costante anche sul piano formativo, il cosiddetto educational. Il mix di questi elementi farà si che l’innovazione tecnica degli ultimi anni non sia solo fine a se stessa, ma che invece diventi una risposta concreta ai bisogni, ai processi e ai comportamenti sociali.