Per la Svizzera un futuro con più disoccupazione e deflazione?
Il futuro della Svizzera sarà caratterizzato da una maggiore disoccupazione e deflazione. E’ questa la sintesi del pensiero di Yann Quelenn, analista di Swissquote, che in un report odierno ha commentato i dati del mercato del lavoro elvetico che nel mese di luglio ha mostrato un dato di disoccupazione stabile al 3,1% mese su mese, 3,3% stagionalizzato.
“Sembrerebbero dunque rientrate le preoccupazioni sorte su questo fronte a seguito del 3,6% fatto segnare a febbraio, confermando che il Paese sta gestendo bene una moneta ormai perennemente sopravvalutata. Eppure, ci sono due considerazioni che vale la pena fare” commenta l’esperto.
Quellen pone l’accento nella sua analisi sul franco che appare estremamente sopravvalutato (1,09 il cross del franco svizzero contro euro), soprattutto rispetto ai fondamentali economici e all’impatto che la forza della valuta ha già provocato sull’economia del Paese.
“Le vendite di orologi ad esempio stanno decisamente soffrendo anche se è presto per vedere riflesso questo calo nelle statistiche. Infatti, la Svizzera gode di misure protezionistiche e alcuni Cantoni concedono alle aziende di estendere nel tempo la diminuzione delle ore lavorate da parte dei propri dipendenti. Pertanto, potremmo ragionevolmente attenderci una disoccupazione più alta il prossimo anno“.
L’analista cita nella sua riflessione anche un secondo punto fondamentale: la Brexit che a suo avviso non ha ancora generato effetti che possano essere obiettivamente ponderati. Per il momento, precisa Quellen, ha solo obbligato la Banca Nazionale Svizzera BNS ad “intervenire in maniera massiccia sul mercato forex per difendere i livelli di competitività del franco svizzero, fattore che ha accresciuto notevolmente il suo bilancio. Ad un certo punto appare chiaro che solo un programma di espansione monetaria potrebbe essere utile allo scopo di combattere questa guerra valutaria contro le altre monete”.
Per queste motivazioni secondo l’analista è prematuro congratularsi con le autorità svizzere per come hanno saputo gestire il numero degli occupati. “Secondo noi infatti una disoccupazione più elevata aumenterebbe la deflazione e di conseguenza la BNS sarebbe obbligata a procedere con una nuova misura”.