Sulla finanziaria europea 2011 è scontro aperto a Bruxelles, bilancio a rischio
A Bruxelles lo strappo c’è stato. E ricucire non sarà facile. Si è conclusa con una fumata nera la riunione dei ventisette. La seduta del consiglio straordinario sul bilancio è stato scontro aperto fra Stati membri prima, ancora che tra istituzioni europee. Dopo oltre quattro ore di Consiglio per approvare la finanziaria 2011, l’ottimismo ha lasciato spazio allo spettro dell’esercizio provvisorio, che di fatto bloccherebbe il funzionamento dell’Unione europea. E’ quello delle risorse proprie il vero terreno dello scontro. E lo si è capito quando col protrarsi delle ore, fonti comunitari hanno rivelato che non sarebbe stato possibile trovare un accordo accettabile per il Parlamento. Tutto è nato ieri sera quando il Parlamento, che da quest’anno in virtù del Trattato di Lisbona entrato in vigore a dicembre 2009, ha reclamato un nuovo ruolo politico sulle scelte economiche future dell’Europa, in quanto vuole un nuovo assetto istituzionale. Sulla sua strada ha però trovato un muro di gomma inglese. Da Londra e dalla Svezia è arrivato un no secco. Le avvisaglie che la battaglia sarebbe stata dura c’erano tutte: lo si era capito già prima della sessione plenaria di Strasburgo che a ottobre ha scompaginato il bilancio 2011. La Commissione in primavera prevedeva un aumento delle entrate del 6%, il Consiglio aveva tagliato ad agosto l’aumento al 2,91%. Quando il Parlamento ha ripristinato le cifre iniziali è arrivato il diktat di David Cameron. Il premier inglese in Consiglio europeo aveva tuonato: non si può stringere la cinghia in casa e dare aumenti all’Unione Europea. E ieri c’è stato l’epilogo. “Questo testo è un insulto al Parlamento”, ha tuonato il commissario al Bilancio, Janusz Lewandowski. “Le conseguenze – ha aggiunto il commissario europeo – . saranno gravi per i beneficiari e creerà un clima di cattivo sangue nei prossimi mesi nell’Unione europea e tra i paesi che già sono in crisi. Il bilancio dell’Unione europea non è per Bruxelles, è per i cittadini europei, le imprese, i ricercatori, gli studenti, le comunità rurali, le città e le regioni di tutta l’Ue”. Con la mancata intesa 500 milioni di cittadini europei a partire da gennaio rischiano di veder saltare i contributi per scuole, aziende, imprese, agricoltori e tutto ciò che l’Unione Europea normalmente finanzia. Con la paura dei debiti sovrani che spazza l’Europa da Dublino a Lisbona, da Atene a Roma, per il Vecchio Continente sarebbe l’ennesimo smacco di una stagione di crisi.