Sui mercati regna la volatilità, grande attesa per i dati sul mercato del lavoro Usa
A Piazza Affari regna la volatilità con l’indice Ftse Mib che ha già perso lo slancio di inizio seduta. Il paniere principale della Borsa di Milano, partito con un balzo di quasi 2 percentuali, viaggia ora in ribasso dello 0,67% sotto quota 17.000 punti. Gli investitori attendono lumi dal meeting odierno della Banca Centrale Europea e dalla conferenza di Jean Claude Trichet. L’ipotesi che circola nelle sale operative parla di un possibile stop al piano di risalita dei tassi d’interesse da parte dell’Eurotower, che nell’ultima riunione aveva portato i saggi all’1,50%. Una mossa effettuata ad inizio luglio, ovvero pochi giorni prima che scoppiasse la tensione sui titoli di Stato italiani e spagnoli.
Ma l’attenzione del mercato è soprattutto rivolta agli importanti dati sul mercato del lavoro statunitense, che verranno diffusi domani alle 14.30. Gli analisti prevedono in luglio la creazione di 85 mila posti di lavoro nel settore non agricolo dopo i soli 18 mila posti creati a giugno, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe restare invariato al 9,2%. Domani, quindi, sarà un’altra giornata cruciale per capire meglio lo stato di salute dell’economia americana dopo i deludenti dati dell’ultima settimana. In primis, la prima lettura del Pil relativo al secondo trimestre che ha registrato una crescita dell’1,3% mentre gli esperti avevano pronosticato un +1,8%.
Anche la prossima settimana i riflettori saranno puntati Oltreoceano, dove il 9 agosto si riunirà il board della Federal Reserve. Non sono attesi rialzi dei tassi d’interesse, ma gli operatori iniziano a ragionare sulla necessità di un nuovo piano di quantitative easing per stimolare l’economia. Una mossa decisa sia dalla Bank of Japan sia dalla Swiss National Bank. L’istituto centrale elvetico ha dichiarato che nei prossimi giorni sarà incrementata l’offerta di moneta non rinnovando i pronti contro termine ed i titoli in scadenza. Inoltre, la base monetaria sarà incrementata anche facendo ricorso ad un buy-back di titoli pubblici sul secondario.