Stress test 2014: Equita vede impatti su Mediobanca e Intesa Sanpaolo, Bpm e Bper sotto la media
Debole il comparto bancario a Piazza Affari all’indomani della pubblicazione da parte dell’Eba delle metodologie, dei criteri e degli scenari macroeconomici di riferimento per gli stress test europei 2014, che coinvolgeranno 124 principali banche del Vecchio Continente. Gli stress test, che l’Eba condurrà con la Bce e i supervisori nazionali, verificheranno la solidità e lo stato di salute del sistema bancario. I risultati degli stress test 2014 verranno pubblicati ad ottobre.
In caso di shortfall da asset quality review, l’unica azione correttiva ammessa – entro 6 mesi – è la ricapitalizzazione mentre shortfall da stress test dovranno essere coperti entro 9 mesi anche con cessioni o deleveraging. Non ammessi i benefici di Irb (modello interno di calcolo del rischio) salvo quelli già accordati. Il periodo coperto è il 2014-2016.
Le assunzioni per l’Italia sono simili alla media Ue ma più conservative rispetto a quelle del 2011. Riduzione cumulata del Pil del 6,1% (contro una media Ue -6,6% e -2% nel 2011), prezzi immobili residenziali -13,4% (contro Ue -19,2%, -5% nel 2011), commerciali -9,5% (contro Ue -11,7%, -20% nel 2011); haircut cumulato su titoli di Stato a tre anni (duration media dei portafogli) -9% contro Francia/Spagna 7% e Germania 5%. Haircut anche sui titoli Afs (ossia disponibili per la vendita) ma con i filtri di Basilea 3 (cap al 60% delle perdite); aumento tassi a breve di 80 punti base con limite all’impatto positivo sul net interest income e costo del funding nel medio/lungo termine di +200 punti base.
Secondo i calcoli effettuati dagli analisti di Equita, le banche registrerebbero perdite cumulate di circa 21 miliardi di euro, 196 punti base sul core Tier 1 rispetto ai 4 miliardi nello stress test 2011. Mediobanca (-40 punti base), Intesa Sanpaolo (-100 punti base), Bpm (-120 punti base ex add-ons, da verificare la rimozione) e Bper (-70 punti base) dovrebbero registrare impatti sotto alla media. “Stimiamo un buffer di 19 miliardi per l’asset quality review (180 punti base), Intesa Sanpaolo e Mediobanca (circa 360 punti base) avrebbero il maggiore margine rispetto alla soglia dell’8%”. Così la Sim milanese.
In generale, le banche italiane esaminate saranno in totale 15: Banca Carige, Mps, Piccolo Credito Valtellinese, Bper, Bpm, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza, Banco Popolare, Credito Emiliano, Iccrea Holding, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit, Ubi e Veneto Banca.