Sterlina, tempi duri: Bank of England ferma almeno fino alle elezioni di maggio
Tempi duri per la sterlina sui mercati valutari. La valuta di Sua Maestà soffre contro euro, dollaro e yen a fronte di un’economia britannica decisamente meno brillante rispetto alla prima parte dell’anno. Tanto che la Bank of England non viene più vista come possibile prima Banca centrale, tra le grandi, a rialzare i tassi di interesse. La Federal Reserve, pure preoccupata per le prospettive dell’economia globale e per la forza del dollaro, l’ha sopravanzata. Gli ultimi dati macro in ordine temporale hanno detto che a settembre l’inflazione ha frenato più di quanto atteso, all’1,2% tendenziale da 1,5% precedente ma che la disoccupazione è scesa più di quanto previsto, al 6% contro il 6,1% atteso. Luci ed ombre, con la politica ancora alle prese con la riorganizzazione del Regno dopo il referendum scozzese e una tornata elettorale in vista, a maggio 2015. “Un rialzo dei tassi di interesse nel Regno Unito era già una prospettiva remota, dopo i dati sull’inflazione di ieri la possibilità di un ritocco prima delle elezioni del prossimo anno è decisamente lontana” è il commento di Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK.
Spostando l’attenzione sul quadro grafico della sterlina non si può non notare il livello importante sul quale è approdata contro il dollaro. Da metà luglio il cable è sceso di oltre 7 punti percentuali e si trova attualmente sui livelli di metà novembre 2013. L’area 1,59 era stata superata a metà settembre 2013 e su questa il cambio era tornato più volte nelle settimane successive, prima di involarsi verso i massimi di luglio. La violazione confermata di quest’area aprirebbe la possibilità di discese in direzione di 1,5720 “il 61,8% di ritracciamento del movimento rialzista messo a segno da 1,4810 a 1,7192”, segnala Hewson che non esclude la possibilità di rimbalzi all’interno, tuttavia, di uno scenario sfavorevole alla sterlina.