Notizie Notizie Mondo Sterlina soffre fase ribassista più lunga da creazione euro. Governo May in bilico anche per fattore Farage

Sterlina soffre fase ribassista più lunga da creazione euro. Governo May in bilico anche per fattore Farage

22 Maggio 2019 15:21

Sterlina triste protagonista della sessione odierna, dopo le ultime indiscrezioni e novità che riguardano il governo May, dato di nuovo a rischio collasso, anche per la minaccia Nigel Farage.

La valuta britannica soffre nei confronti dell’euro la fase ribassista più lunga dalla creazione della moneta unica (13 giorni consecutivi di flessione), continuando a scontare l’impasse Brexit e scivolando così fino a a 1,1320 euro, al minimo degli ultimi tre mesi.

Sterlina giù anche sul dollaro, con un ribasso di mezzo punto percentuale che la porta a capitolare a $1,265.

Focus sui rumor del Telegraph, secondo cui i ministri del governo May starebbero spingendo perle dimissioni della premier, che ha dato l’ennesima prova della sua caparbietà, ormai, si potrebbe dire, quasi proverbiale.

May ha offerto infatti a Westminster la possibilità di esprimersi sull’opzione di un secondo referendum, a condizione che i parlamentari diano la loro approvazione all’accordo di ritiro del Regno Unito dall’Unione europea (il Withdrawal Agreement raggiunto tra la stessa premier e Bruxelles alla fine dello scorso anno), soltanto lievemente modificato rispetto a quello bocciato per ben tre volte dal Parlamento UK).

Viste le lievi modifiche apportate, i trader scommettono sull’ennesima bocciatura di Westminster all’accordo: sarebbe la quarta volta.

Nel frattempo, May fa fronte non soltanto alla carica dei ministri del suo governo, ma anche a quella di un numero crescente di conservatori pronti a voltarle le spalle.

Ma sul governo May incombe un’altra minaccia, oltre a quella rappresentata dalla spada di Damocle della Brexit. Si tratta, come indicato nelle ultime ore da un articolo di Bloomberg dedicato al probabile successo dei populisti nelle elezioni europee, dell’esito delle elezioni europee.

Se il partito anti-Ue di Nigel Farage dovesse infatti ottenere la vittoria, i  Tories di Theresa May potrebbero dover far fronte a un vero e proprio terremoto: e, tra le prime teste a cadere, ci sarebbe sicuramente quella della loro leader, che è già a rischio da mesi.

Tra l’altro, i sondaggi danno Farage in pole position. Se le previsioni si concretizzassero, il partito pro-Brexit di Farage si troverebbe in una posizione di maggiore forza nei confronti del governo May tale da costringere la premier a dire- secondo alcuni finalmente – addio a Downing Street.

In questo caso, secondo gli esperti di Nomura intervistati da Bloomberg, la sterlina potrebbe perdere il 2% lo stesso giorno dell’esito delle elezioni. Non solo. May potrebbe essere sostituita da un Brexiteer tra i più falchi in circolazione.

Così Jordan Rochester, strategist del mercato valutario presso Nomura:

“Se il partito pro-Brexit avanzasse ancora, aumentando i seggi ottenuti dallo UKIP nel 2014, lo scenario non sarebbe positivo né per la politica del Regno Unito che per chi teme la prospettiva di un no-deal Brexit”.