Notizie Dati Macroeconomici Stati Uniti: la disoccupazione torna al 5,5%, ma le payrolls volano. Rialzo tassi verrà anticipato?

Stati Uniti: la disoccupazione torna al 5,5%, ma le payrolls volano. Rialzo tassi verrà anticipato?

5 Giugno 2015 13:54
Negli Stati Uniti il mercato del lavoro dà segnali contrastanti, con una disoccupazione che a sorpresa sale nonostante siano stati creati più posti di lavoro del previsto. La lettura degli esperti è comunque positiva, riportando sui mercati il timore di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve già questa estate. 
 
Il mercato del lavoro Oltreoceano
Secondo i dati pubblicati oggi dal Dipartimento del Lavoro americano, il tasso di disoccupazione è  tornato a maggio al 5,5% dal precedente 5,4%. Il rialzo è inaspettato, visto che gli analisti avevano pronosticato una disoccupazione stabile al 5,4%, ma è legato all’ingresso di più persone in cerca di lavoro (+397mila). Il dato, preso singolarmente, non deve dunque distorcere quello che invece è un quadro positivo del mercato del lavoro Usa. Le buste paga nei settori non agricoli (meglio conosciute come non farm payrolls) sono infatti balzate a 280 mila unità, ben oltre le previsioni ferme a un +226 mila unità. Si tratta del maggior aumento dalla fine del 2014. Non solo. Il dato si confronta con un precedente 221 mila unità (dato rivisto al ribasso da 223 mila), il che rende la variazione di maggio ancora più eclatante. A salire oltre le attese anche i salari, finora considerati ancora deboli. A maggio i salari medi orari sono cresciuti dello 0,3% rispetto al mese precedente contro una previsione ferma a +0,2% e il +0,1% di aprile. Su base annua la crescita è stata del 2,3% (a fronte di un consensus a +2,2%), un livello toccato solo due volte dal 2009 (nell’agosto del 2013 e nel luglio del 2011).
Cosa farà ora la Federal Reserve?
Proprio quando tutti i membri della Fed apparivano più cauti sul timing del rialzo dei tassi, ecco che queste positive indicazioni sul mercato del lavoro rimettono in gioco la possibilità di una politica più  stretta da parte della banca centrale americana già nei prossimi mesi. “Nonostante i dati, presi tutti insieme, confermino il buono stato di salute del mercato del lavoro negli Stati Uniti, è difficile immaginare che la Federal Reserve ripensi alla sua politica monetaria in maniera repentina, mettendo mano ai tassi di interesse nella riunione di metà giugno (16 e 17 giugno, ndr), in quanto pensiamo che prima di agire avrà bisogno di vedere altri miglioramenti – commenta Rob Carnell, analista di Ing – Tuttavia, supponendo che questi miglioramenti siano imminenti, sembra probabile un aumento dei tassi nel terzo trimestre dell’anno, a luglio o a settembre“. Nelle ultime settimane, la maggior parte degli analisti aveva spostato il timing a fine anno. La Fed dunque potrebbe agire prima del previsto, nonostante il monito arrivato solo ieri dal Fondo monetario internazionale, che ha consigliato un ritocco ai tassi non prima del primo semestre del 2016.