Stati Uniti: anche la Camera vota sì, evitato il baratro fiscale
Nonostante la spaccatura all’interno del partito repubblicano, sono passate anche alla Camera le norme per evitare il fiscal cliff, baratro fiscale che sarebbe scattato automaticamente quest’anno con un mix di tagli alla spesa e aumenti delle tasse per 600 mld di dollari. Il voto alla Camera statunitense ha visto 257 sì e 167 no. Il voto segue di un giorno quello del Senato statunitense (89 voti favorevoli e 8 contrari). Va ricordato che lo scioglimento del Congresso attuale è previsto il 3 gennaio, con la nuova composizione che vedrà una più ampia maggioranza democratica al Senato, mentre alla Camera ci sarà un marginale vantaggio per i repubblicani.
Diventa quindi legge l’aumento delle tasse per i cittadini più abbienti, ossia per i nuclei famigliari con redditi oltre i 450 mila dollari e singoli con redditi oltre 400 mila dollari. Per i redditi oltre queste soglie l’aliquota fiscale passerà dal 35% attuale al 39,6% e anche la tassa sulle plusvalenze e sui dividendi salirà dal 15 al 20%. I tagli automatici alla spesa pubblica sono stati posticipati di 2 mesi. Inoltre sono stati estesi per un anno i benefici legati all’indennità di disoccupazione per i senza lavoro.
Nella conferenza stampa seguita al voto favorevole della Camera alle norme per evitare il fiscal cliff, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha rimarcato che si tratta di un “passo importante per rafforzare l’economia, ma è solo un primo passo nella lotta al deficit con democratici e repubblicani possono lavorare insieme”.