Fiammata spread e Btp, cosa teme il mercato? Per Gualtieri il rischio Italia ha un nome e un cognome
Tassi in veloce risalita e soprattutto spread Btp-Bund in allargamento dai minimi a un anno e mezzo che erano stati toccati nel’ultimo scorcio di ottobre. La luna di miele della carta italiana con i mercati dopo la nascita del Conte-bis sembra già finita e nelle giornate di giovedì e venerdì le vendite sui Btp si sono fatte decisamente accentuate. Il tutto condito dalla notizia da prima pagina lanciata dal Financial Times dello storico sorpasso per dei bond greci che, per la prima volta dal 2008, hanno visto i loro tassi decennali scendere al di sotto di quelli italiani.
Il tasso del Btp decennale è schizzato venerdì fino all’1,28%, sui massimi a tre mesi circa con lo spread tornato in area 150 pb. I tassi del decennale italiano segnano un rialzo consistente rispetto ai minimi storici di 0,8% toccati solo un mese e mezzo fa.
Un problema, tante spiegazioni
Sono tanti i fattori che stanno concorrendo al rialzo dei rendimenti, che coinvolge anche il resto d’Europa in scia al risk-on sui mercati dettato dall’ottimismo sui dazi e l’allontanarsi dei rischi recessivi a livello globale. Dal canto suo l’Italia si conferma il paese che cresce meno in Europa, le ultime stime Ue hanno confermato il campanello d’allarme con anche debito e deficit maggiori delle precedenti stime. E la manovra 2020 non sembra in grado di dare una spinta espansiva al Paese. A questi fattori fondamentali si aggiungono le tensioni in seno alla maggioranza di governo con le tensioni sollevate soprattutto dall’ex premier Matteo Renzi (Italia Viva).
Il mercato guarda al rischio di una rinnovata instabilità politica, ma anche a quello che potrebbe proporre il futuro con le elezioni in Umbria che hanno confermato la forza della Lega di Matteo Salvini. Gli investitori iniziano già a guardare a possibili futuri scossoni, con ad esempio le elezioni in Emilia Romagna che potrebbero alimentare le tensioni in caso di affermazione anche nella ‘rossa Emilia’ della Lega.
I timori del Tesoro
Proprio in tal senso si pronuncia il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a margine dell’ultimo vertice Ecofin con i pari grado europei. “Più che preoccupazione, in Europa ho registrato sorpresa per il dibattito politico italiano. C’è il pericolo di una percezione di instabilità che rischiamo di pagare sui mercati. Gli investitori non vogliono sentir parlare della possibilità di un ritorno di chi, come Salvini, tifa per Vox e ha messo in discussione l’ancoraggio europeo dell’Italia”, sono le parole del ministro riportate dal quotidiano Repubblica. Sempre il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, si sofferma sul surriscaldamento dello spread, rimarcando come dal Tesoro si sottolinei come anche livelli spread a 150 pb non preoccupano, in quanto sotto di circa 100 pb rispetto all’era Salvini e nel 2020 ciò si traduce in risparmi per 5 miliardi. Un tesoretto da non vanificare con segnali di preoccupazione che rendano più tangibile il rischio Salvini.
La replica di Salvini
Parole che non sono passate inosservate. Il diretto interessato, Matteo Salvini, ha replicato: “Se i mercati temono il mio ritorno vuol dire che sono messi male. La sinistra ha l’ossessione di Salvini. Sono da due mesi al governo e qualunque cosa accada è colpa di Salvini”, ha detto il leader leghista.
Alle accuse circa la debole manovra che non sarebbe stata accolta con favore da Bruxelles, il viceministro dell’Economia Antonio Misiani, precisa su Facebook: “Oggi lo spread è la metà rispetto ad un anno fa, quando Salvini spaventava quotidianamente i mercati finanziari con le sue minacce contro l’Europa”.
Prime aste di novembre, si parte con i Bot annuali
Una situazione di rinnovata incertezza che verrà messa alla prova dalle prime aste di novembre. Si terrà martedì 12 novembre l’asta Bot, la prima asta del mese dopo il trionfale mese di ottobre, che ha visto emissioni record da Parte del Tesoro con il ritorno del BTP in dollari che mancava da 9 anni e il successo del BTP Italia. Dopo la consistente risalita dei tassi, che ha riguardato anche gli altri titoli di Stato europei, l’asta di Bot e quella successiva di Btp (13 novembre) sono destinate a vedere i rendimenti di assegnazione discostarsi dai minimi storici toccati negli scorsi mesi.
Il Tesoro andrà a collocare Bot a 12 mesi per 5,5 miliardi di euro. Il mese scorso era stato allocato un ammontare superiore (6 miliardi) un tasso di -0,219%, con domanda a oltre 9,9 miliardi, con un bid-to-cover (rapporto di copertura) di 1,65. A maggio 2018, prima dell’emergere dell’ipotesi di un governo M5S-Lega, i titoli a un anno vennero assegnati al tasso record negativo di -0,361%.
In circolazione a fine ottobre risultano 40,8 mld di Bot a 6 mesi e 79,67 mld di Btp a 12 mesi per un totale di 120,48 miliardi.
Il giorno successivo si replicherà subito con ben quattro tipologie di Btp per massimi 7,25 miliardi.