Spread BTP-Bund, l’allargamento continuerà nel 2022? A dettare il ritmo saranno Bce e repricing rischio politico

L’ultimo scorcio di 2021 sta evidenziando un graduale allargamento dello spread BTP-Bund. Ieri il differenziale tra la carta italiana a 10 anni e il benchmark decennale tedesco si è spingo fino a quasi 140 pb, sui massimi da novembre 2020. Un contributo importante a questa dinamica dello spread è arrivato sicuramente dall’inflazione sopra le attese che ha portato gli operatori ad attendersi un atteggiamento meno accomodante da parte delle principali Banche Centrali.
Nonostante i membri BCE abbiano segnalato ripetutamente che un rialzo dei tassi nel 2022 è improbabile, il mercato continua scontare un rialzo da circa 15 pb. “Naturalmente, vista la forward guidance, un aumento dei tassi implicherebbe la fine del QE ed ecco spiegato il perché del recente movimento dello spread”, spiegano gli esperti di MPS Capital Service nel loro Outlook 2022. MPS ritiene che l’azione e l’opera di comunicazione della BCE dovrebbe contribuire a mantenere lo spread nella prima parte dell’anno intorno agli attuali valori (130 pb + o – 10 pb). Successivamente, nella seconda parte dell’anno, le pressioni al rialzo dovrebbero aumentare alla luce di tre fattori:
1) rischio di minore liquidità legata ad un possibile rimborso anticipato delle TLTRO a giugno;
2) minor supporto degli acquisti BCE soprattutto nella seconda parte dell’anno;
3) repricing del rischio politico in vista delle elezioni politiche del 2023.
In questo contesto, MPS Capital Service ritiene che il tasso 10 anni BTP dovrebbe seguire l’andamento del tasso Bund descritto in precedenza con uno spread variabile tra 130 e 170 pb. Da un punto di vista tecnico, sul tasso decennale BTP da monitorare al rialzo la tenuta della resistenza in area 1,30% sopra la quale si aprirebbe lo spazio verso 1,87%, mentre al ribasso il supporto principale si trova a 0,86% sotto il quale si aprirebbe lo spazio 0,70%.