Pressing di Salvini su bollette, Draghi pronto a stretta su società energetiche. Ecco i titoli di Piazza Affari più a rischio
Il premier Mario Draghi, nel suo intervento di fine anno, ha confermato possibili ulteriori interventi del governo contro il caro bollette, in scia all’impennata dei prezzi dell’energia. In particolare, Draghi ha indicato che se necessario, aumenterà le risorse oltre i 3,8 miliardi già stanziati in manovra. Ma non solo. Secondo il presidente del consiglio occorrerà riflettere anche su come far partecipare i produttori di energia al sostegno dell’economia.
Oggi intanto c’è stato un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Durante il colloquio – spiega una nota di Palazzo Chigi – sono stati affrontati temi legati all’andamento della situazione epidemiologica, al Pnrr e al caro energia. Salvini ha parlato di “urgenza di intervenire sul caro bollette, luce e gas” con riscaldamento ed energia sono un’emergenza per milioni di italiani.
Le misure del governo contro il caro bollette
Per il primo trimestre 2022, Draghi ha affermato di voler annullare gli oneri generali di sistema per le utenze elettriche domestiche per le piccole attività commerciali, per le microimprese e ridurre al 5% l’aliquota Iva. E anche nel corso della conferenza stampa di fine anno, il premier ha confermato i possibili ulteriori interventi del Governo contro il caro bollette. In particolare, Draghi ha indicato che se necessario, l’intervento del Governo andrà oltre i 3,8 miliardi già stanziati in manovra. Inoltre occorrerà tenere conto degli eventuali profitti che alcuni produttori di energia realizzeranno in questo contesto di mercato e occorrerà riflettere su come far partecipare questi produttori al sostegno del resto dell’economia.
Il tema del possibile intervento governativo è già emerso nei giorni scorsi con i possibili interventi che ruotano intorno ad ulteriori sgravi fiscali, all’ulteriore riduzione degli oneri di sistema, alla possibile dilazione di alcune categorie di incentivi su base volontaria e alla revisione di alcune tipologie di incentivi, alla possibile introduzione di “cap” alle generazioni idroelettriche e rinnovabili che hanno terminato il periodo di incentivi e alla possibile revisione del meccanismo di pricing passando dal prezzo marginale al pay as bid.
Un’ipotesi che potrebbe impattare su alcune società. In particolare su Enel, A2A, Iren, Erg e Alerion, secondo gli analisti di Equita: “nel caso di interventi sui meccanismi di pricing elettrico e nel caso di introduzione di eventuali cap, le società più esposte sono Enel, A2A, Iren, Erg, Alerion”, sostengono nel report diffuso oggi. Secondo la sim mlanese, gli interventi (se disegnati correttamente) si configureranno come minore upside nella generazione e gli operatori integrati a valle (retail) oggi non stanno incamerando il pieno beneficio del pricing elettrico per la riduzione dei margini nel retail, sulle posizioni coperte a 1-2 anni.