Notizie Notizie Mondo Spesa per la difesa: ecco cosa potrebbe accadere al debito Ue entro il 2035

Spesa per la difesa: ecco cosa potrebbe accadere al debito Ue entro il 2035

4 Luglio 2025 12:51

Quanto può costare l’obiettivo di spesa per la difesa della Nato, pari al 3,5% del Pil? Secondo uno studio di S&P Global Ratings, “potrebbe aggiungere 2.000 miliardi di dollari di debito pubblico entro il 2035 nei paesi Ue”.  Con alcuni Paesi che potrebbero vedere crescere il loro rapporto debito/pil di oltre 10 punti percentuali.

Unica nota positiva è legata al fatto che gli aumenti della spesa saranno probabilmente graduali; S&P Global Ratings prevede, infatti, un impatto limitato sulla qualità del credito degli stati europei nel breve periodo, poiché gli aumenti della spesa per la difesa saranno probabilmente misurati e lenti.

Il nuovo obiettivo di spesa per la difesa

Il nuovo obiettivo di spesa è stato deciso nell’ultimo summit della Nato, dove i paesi europei hanno votato per un significativo aumento della spesa militare puntando a raggiungere il 5% del Pil entro il 2035. La cifra è suddivisa in un 3,5%, dedicato alle spese militari in senso stretto, mentre la restante quota dell’1,5% sarà invece riservata a interventi collaterali al settore difesa come infrastrutture e telecomunicazioni strategiche.

Tra i Paesi dove l’impatto dell’accordo si annuncia più modesto ci sono gli Stati Uniti di Donald Trump che per la difesa spendono già il 3,5% del Pil. In totale sono 22 i membri Nato che hanno oltrepassato la soglia del 2% fissata per la prima volta nel 2006.

L’obiettivo del 3,5% è invece possibile? Per S&P no, o almeno non nell’immediato. “Le nostre previsioni presumono che la maggior parte dei paesi aumenterà la spesa per la difesa di circa 0,5 punti percentuali di Pil nei prossimi quattro anni: un incremento significativo, ma raggiungere l’intero obiettivo del 3,5% entro il 2035 sarà molto più difficile, viste le restrizioni fiscali e le diverse priorità politiche nella regione”, spiega l’agenzia di rating.

Tra i paesi che potrebbero accelerare il riarmo, potrebbero esserci quelli più vicini a Mosca, per difendersi in caso di un’invasione russa. Ma anche i paesi  con bassi livelli di debito pubblico, come Danimarca, Paesi Bassi, Lituania e Germania, sono in grado di sostenere aumenti più consistenti della spesa, mentre i paesi europei più indebitati avranno difficoltà a realizzare anche incrementi modesti rispetto alla spesa attuale.

Anche i mercati freneranno l’aumento

Ma a frenare l’incremento della spesa per la difesa sarà anche la possibilità di una reazione negativa da parte dei mercati. Nonostante la clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di stabilità e crescita dell’Ue, è improbabile che i Paesi più indebitati decidano di aumentare il loro debito. In assenza di uno shock grave in materia di sicurezza, la pressione dei mercati – attraverso l’aumento degli spread e dei costi di finanziamento – rappresenterà il principale ostacolo a una rapida espansione della spesa militare.

“Riteniamo tuttavia che gli aumenti previsti del debito sovrano possano contribuire a un incremento dei costi di indebitamento, soprattutto per i Paesi con finanze pubbliche già fragili”, spiega S&P. Questo scenario potrebbe mettere a dura prova la sostenibilità del debito pubblico e ridurre le risorse disponibili per investimenti in settori prioritari come sanità, istruzione e transizione ecologica.

Quanti miliardi costerà all’Italia l’aumento della spesa militare

Anche l’Italia ha firmato il patto per aumentare al 5% la spesa per la difesa e richiederà un forte sforzo economico. Ma di che cifre stiamo parlando?

Secondo una recente analisi di Pagella Politica, nel 2024 l’Italia ha speso per la difesa circa l’1,5% del proprio Pil, una cifra in crescita ma lontana dal 2%. In valori assoluti, secondo la Nato, nel 2024 l’Italia ha speso 32 miliardi di euro in difesa; basandosi su questa cifra, per arrivare al 5 % il governo dovrebbe più che triplicare la spesa, portandola a circa 105 miliardi l’anno, oltre 70 miliardi in più.

Ma essendo l’obiettivo suddiviso in due soglie diverse, la spesa strettamente militare dovrà salire al 3,5 per cento. Dunque, “l’incremento non sarebbe di 3,5 punti di Pil (5 meno 1,5), ma di 2 punti, o di 1,5 punti se partissimo dal 2 per cento. Si tratta di un aumento tra i 32 e i 42 miliardi, che tuttavia non andranno stanziati in un solo anno”, spiega Pagella Politica.