E’ l’incubo Spagna a far tremare l’Europa. Madrid continua ad essere nel mirino degli investitori internazionali. Lo è stata ieri per il terzo giorno consecutivo nonostante il piano lacrime e sangue varato dall’esecutivo irlandese. Sono i timori di un effetto contagio sulle economie periferiche della Ue ad avere la meglio. E in molti sono convinti che continuerà a restare nell’occhio del ciclone. Per capire che la tensione nel Vecchio Continente continui ad essere parecchio elevata, basta dare un’occhiata all’andamento dei titoli di Stato dei paesi periferici.
Il differenziale di rischio del bond spagnolo a 10 anni col bund di riferimento tedesco si è mantenuto a livelli record, schizzando al nuovo massimo di 242 punti. Nelle prime battute sul mercato, il rendimento dei bond decennali spagnoli ha anche superato il 5%, rivedendo i massimi da luglio 2008. Niente hanno potuto le dichiarazioni della vicepremier e ministro dell’economia, Elena Salgado, che ha ribadito che la Spagna è nelle migliori condizioni per resistere alla pressione dei mercati e che non c’è il minimo rischio che debba ricorrere al salvataggio da parte della Ue.
Ricalcando un copione che ormai si ripete da ogni angolo del Vecchio Continente, la Salgado ha ricordato che i casi spagnolo e irlandese non hanno nulla in comune, dal momento che in Spagna la banca centrale ha mantenuto uno stretto controllo sul sistema finanziario. Eppure la situazione è tale da spingere il premier Josè Luis Rodriguez Zapatero a convocare per sabato mattina i responsabili dei 30 maggiori gruppi imprenditoriali del Paese. Ufficialmente si scambieranno punti di vista sulla situazione dell’economia.
Fonti del governo, citate dall’edizione on line de El Pais, riconoscono che “c’è incertezza sul ritmo della peggiore crisi degli ultimi decenni” e che è necessario “unire gli sforzi di tutti” perché l’economia spagnola acceleri la ripresa e la creazione di posti di lavoro. Se Madrid dovesse lanciare l’SOS all’Europa, torna a scrivere il New York Times, la situazione diventerebbe ingestibile. Tanto che, secondo il quotidiano americano, potrebbe colpire al cuore il progetto della moneta unica. Le possibilità che la Spagna entri in un tale circolo vizioso potrebbero aumentare il prossimo anno, quando Madrid dovrà rimborsare 192 miliardi di euro, ossia un quinto del debito totale che verrà a maturazione nel 2041. Il nervosismo degli investitori sulla Spagna arriva proprio mentre il paese sta cercando di gestire il deficit, che lo scorso anno ha toccato l’11,1% del Pil.