S&P 500 in ipercomprato, mentre per mercati emergenti scoccherà l’ora del Secular Bull Market. L’outlook 2021 di Credit Suisse
Il Global Equity Strategy 2021 Outlook di Credit Suisse vede rosa per il prossimo anno sia per l’economia che per i mercati. La crescita del PIL globale è vista nell’ordine del 4%, sopra la media sotto la spinta delle politiche espansive delle banche centrali e dei vaccini anti-Covid che permetteranno di uscire dall’emergenza pandemica. La view economica della casa d’affari elvetica è di un’inflazione che corre oltreoceano a oltre il 3% nei prossimi 18-24 mesi dall’1,7% attuale con un dollaro più debole all’interno di un bear market strutturale. La Fed probabilmente stamperà molto più denaro della BCE (cosa che non è stata da inizio anno) e a detta del Credit Suisse il mondo è strutturalmente sovrappeso sul dollaro in quanto il 61% delle riserve valutarie sono in dollari USA, ma gli Usa sono solo un quarto del PIL mondiale.
Per quanto riguarda l’asset allocation azionaria, la casa d’affari elvetica vede le azioni in rialzo del 15% nel 2021 e rimane sovrappesata quindi sulle azioni anche se gli indicatori tattici suggeriscono una pausa.
Emergenti vincitori con il vaccino
A livello geografico Credit Suisse è ‘high conviction overweight’ sugli emergenti (Thailandia, Corea, Brasile, India; la Cina viene invece ridotta da strong overweight a small overweight). “Il supporto chiave è la valutazione – rimarca l’outlook della casa d’affari svizzera – . Le valute emergenti rimangono vicine ai minimi da 20 anni nonostante l’avanzo della bilancia dei pagamenti di base sia prossimo ai massimi di 18 anni. Le valute sono il motore chiave della performance a causa di circa $ 5,2 trilioni di debito estero. Il P/E aggiustato per il settore è vicino al minimo di 17 anni”.
“Gli emergenti scambiano lateralmente rispetto ai mercati globali dal 2015, ma pensiamo di vedere un secular bull market (mercato rialzista secolare) degli emergenti rispetto ai mercati sviluppati“, asserisce Credit Suisse che vede invece l’S&P 500 in ipercomprato, ma questo normalmente non porta a bruschi ribassi. Infatti il 76% delle volte che il mercato ha raggiunto questi livelli in passato, è stato in grado di salire oltre nei prossimi tre mesi. Cadute superiori al 5% si sono verificate solo nel 12% circa delle volte. Credit Suisse rimane quindi underweight su Wall Street.
Gli emergenti sono anche i principali beneficiari di uno scenario di ripresa dello slancio economico e possono uscire vincitori se il dollaro si indebolisce o le aspettative di inflazione aumentano. Inoltre, le tensioni commerciali sotto la presidenza Biden potrebbero allentarsi con il suo sostegno al multilateralismo, e questo dovrebbe essere positivo per gli emergenti.
Per gli emergenti c’è anche un gioco di “crescita” in virtù del loro alto grado di esposizione alla tecnologia, come gli Stati Uniti. “Preferiamo la tecnologia GEM perché ha più hardware/semilavorati rispetto agli Stati Uniti (57% della capitalizzazione di mercato tecnologica asiatica contro il 40% di Capitalizzazione di mercato USA), che è più ciclica e dovrebbe beneficiare di una ripresa ciclica”.
Thailandia al top, per Cina rischio che si formi bolla azionaria
In virtù di ciò tra gli emergenti la preferenza va sulla Thailandia che può avere particolare beneficio dal rimbalzo economico con il vaccino. Subito dopo ci sono Malesia e Messico. Discorso differente per la Cina il cui PIL è già in aumento del 5% su base annua e quindi ha un potenziale di rimbalzo inferiore che altrove. L’outlook 2021 di CS avverte anche sul fatto che c’è una forte possibilità di una bolla azionaria cinese che deve ancora formarsi. Una bolla a causa di liquidità in eccesso e anche un forte Remimbi, che pesa sui risparmi domestici spingendoli probabilmente verso le azioni.