Soros lancia l’allarme: Trump è un potenziale dittatore, e sull’Europa…
Ha 86 anni ma ancora lo spirito da combattente. Quello che nel lontano 1992 gli permise di guadagnare oltre 1 miliardo di dollari speculando contro sterlina e lira. Stiamo parlando di George Soros, economista ungherese naturalizzato statunitense con un patrimonio stimato di circa 25 miliardi di dollari, tra le 30 persone più ricche del mondo.
Trump è un potenziale dittatore destinato al fallimento
Il vecchio leone alla vigilia dell’insediamento del nuovo presidente Usa ha lanciato un monito destinato a non passare inosservato.
“Donald Trump è un potenziale dittatore. Non è a favore di una società aperta ma di una dittatura”. Soros ha lanciato queste dichiarazioni durante la cena organizzata a margine dei lavori del World Economic Forum in corso a Davos sottolineando come “il Congresso americano deve creare una difesa per proteggere i diritti degli americani. Sono personalmente convinto che Trump fallirà, e non perchè c’è gente come me che lo spera, ma perchè le sue idee sono totalmente contradditorie”. A rischio anche i mercati finanziari che sempre secondo l’economista “non faranno bene”.
Rischi crescenti per Unione Europea, ma indispensabile per futuro di Cina e Russia
Dichiarazioni al pepe anche per quanto riguarda il Vecchio Continente. Contrariamente a quanto riportato da alcune agenzie, Soros ha sottolineato come l’Unione Europea non sia sul punto di disintegrarsi. Sebbene i risultati dei referendum in Italia e la Brexit rappresentino una vera e propria mina vagante, dire ora che l’Europa sia sul punto di disintegrarsi è “un’esagerazione“. Soprattutto perchè non è nelle volontà di Russia e Cina.
“A Putin l’Europa serve per la capacità produttiva che non può trasportare in Russia. Alla Cina invece l’Europa serve come mercato di consumatori”.
Ricordiamo che in altre recenti uscite Soros aveva comunque ribadito come per risollevare le sorti del Vecchio Continente è indispensabile ripensare completamente il modello alla base dell’Unione Europea. “E’ troppo difficile cambiare il Trattato di Maastricht, ma bisogna comunque trovare una strada per modificare le regole. I politici devono capire che hanno disatteso le aspettative delle persone, ed ora devono cambiare direzione”.