Notizie Notizie Mondo Sondaggio Brexit: aumenta il timore degli investitori. Ma pochi hanno modificato i loro portafogli

Sondaggio Brexit: aumenta il timore degli investitori. Ma pochi hanno modificato i loro portafogli

3 Maggio 2016 15:25

 
 
Secondo uno studio di NN Investment Partners, che si basa su un sondaggio effettuato da Citigate Dewe Rogerson tra 94 investitori istituzionali internazionali, le aspettative di una Brexit sono in aumento: il 27% degli investitori ritiene infatti che la Gran Bretagna uscirà dall’Unione Europea, rispetto al 20% del luglio 2015. Inoltre, negli ultimi sei mesi, il 23,4% degli investitori ha ridotto la propria attitudine al rischio rispetto al 15,4% del quarto trimestre 2015. “Tale tendenza – commenta Patrick Moonen, principal strategist di NN Investment Partners – potrebbe trovare fondamento nell’incertezza riguardo la futura permanenza della Gran Bretagna all’interno dell’Unione, visto che gli investitori ritengono l’eventualità-Brexit il rischio più elevato per i propri portafogli, con un terzo del panel (il 33%) che lo definisce un pericolo “significativo”, mentre l’11% lo ritiene “molto significativo””. 
 
Portafogli immutati
Se da un lato un crescente numero di investitori prevede la possibilità di una Brexit, dall’altro si registra un aumento di coloro che ritengono che questa ipotesi possa avere addirittura un effetto positivo sui mercati finanziari europei. Un investitore su undici (il 9%), infatti, ritiene che tale evento possa impattare positivamente sui mercati, dato in crescita rispetto al 6% del 2015. Inoltre, sono meno di due terzi (il 60%) coloro che ritengono che l’impatto sui mercati sarebbe negativo, rispetto al 75% precedente. Il 27% degli intervistati, invece, non ritiene che l’eventualità di una Brexit possa avere un impatto significativo. Da sottolineare che, nonostante le crescenti aspettative di un’uscita dall’UE del Regno Unito, gli investitori sembrano riluttanti a modificare i propri portafogli: solo il 14%, infatti, ha preso contromisure per proteggere le proprie posizioni dal rischio di una Brexit, mentre l’80% le ha mantenute immutate. “Gli investitori sembrano combattuti tra il sentiment e la razionalità. Anche se un numero crescente sembra sempre più propenso a considerare l’eventualità di un divorzio tra UK ed UE, sono ancora pochi quelli che stanno aggiustando i portafogli in funzione di questo scenario”, conferma Moonen.
Strategie difensive
Mentre è chiaro alla maggioranza degli investitori che una Brexit avrà conseguenze negative, è impossibile prevedere quali saranno le asset class più colpite. “Considerando il rischio complessivo, riteniamo che le strategie azionarie difensive rimangano quelle di maggiore successo, con i comparti healthcare (53%), tecnologia (47%) e consumi di base (39%) su cui investire maggiormente“, dice Moonen.  Per quanto riguarda le prospettive sulle diverse aree geografiche, in termini di rapporto rischio/rendimento, la maggior parte degli investitori continua a ritenere che le migliori opportunità siano presenti nel mercato Usa. I Mercati Emergenti sono considerati la seconda area di maggiore interesse, scelti dal 73% degli intervistati. Infine, l’Eurozona si colloca in terza posizione con il 70%. “Dunque, mentre gli investitori potrebbero non necessariamente aggiustare i propri portafogli in vista di una Brexit, vediamo prevalere uno scenario di maggiore cautela, con una forte preferenza per i settori difensivi”, conclude Moonen.