Software illegale: nel 2012 quadruplicate le azioni legali contro aziende italiane
Nel corso del 2012 si sono registrate oltre 2000 azioni legali a carico di aziende dell’intera area EMEA, scoperte ad utilizzare software illegale o comunque non originale per lo svolgimento della propria attività. Lo si apprende da un comunicato emesso da BSA, The Software Alliance (www.bsa.org), ovvero la principale organizzazione del settore software che rappresenta una settantina di aziende di livello mondiale.
Particolarmente significativo l’intervento nel territorio italiano che ha visto gli interventi quadruplicare rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo dei risarcimenti che le imprese della regione EMEA hanno pagato in termini di transazioni extra giudiziali nel 2012, precisa il comunicato, ha superato i sette milioni di euro.
Oltre a questo importo vanno inoltre considerati gli oltre cinque milioni di euro che le stesse imprese hanno pagato per acquistare prodotti originali in luogo di quelli illegalmente installati. In Italia nel 2012 il numero complessivo di aziende che hanno scelto la via extra giudiziale si è triplicato rispetto allo scorso anno.
Con riferimento agli ultimi mesi del 2012, in particolare, sono state eseguite diverse azioni civili nei confronti di società e associazioni professionali del nord Italia che utilizzavano software illegale; tutte le azioni si sono concluse con la sottoscrizione di accordi transattivi che hanno comportato un esborso per tali soggetti di quasi mezzo milione di euro.
Sempre nel 2012 la Guardia di Finanza ha sequestrato prodotti illegali per un valore complessivo di ottocentomila euro, imponendo sanzioni amministrative per quasi due milioni di euro e rinviando più di cinquanta amministratori d’azienda all’autorità giudiziaria.
“L’Italia conferma ancora un diffuso mal costume quando si parla di pirateria del software e proprietà intellettuale”, commenta Matteo Mille, Presidente di BSA Italia. “Molti imprenditori, ma ancor di più i liberi professioni o gli studi professionali, non hanno compreso che sostenere l’illegalità ha ripercussioni più ampie della semplice sanzione o causa penale; tali azioni hanno un impatto negativo sull’intera economia locale e il sistema produttivo globale”.