Sicilia verso la paralisi? Prosegue la protesta dei “Forconi”
Gli indignatos si trasferiscono in Sicilia. Non accenna a placarsi la protesta che sta interessando da giorni il trasporto dell’intera isola. I distributori di benzina sono quasi tutti chiusi e sono lunghe le code in quelli ancora aperti; i supermercati sono stati letteralmente presi d’assalto, tanto che le scorte iniziano a scarseggiare. E’ sicuramente forte e dilagante l’effetto psicosi.
Prosegue da oltre quattro giorni l’iniziativa organizzata da “Forza d’urto”, un movimento spontaneo al quale hanno aderito tra gli altri gli autotrasportatori dell’Aias con il loro presidente Giuseppe Richichi, il “Movimento dei Forconi” con il leader Mariano Ferro, rappresentanti del mondo della produzione agricola, dei pescatori. L’iniziativa iniziata lunedì scorso e proseguirà fino alla mezzanotte di domani.
A far scattare la protesta la manovra “Salva Italia” del governo Monti che ha ulteriormente esasperato la pressione fiscale sul già fragile sistema economico regionale. La benzina e il gasolio sono schizzate alla stelle in Sicilia, ancora di più rispetto ad altre regioni lungo lo Stivale perché alle accise nazionali si sommano anche quelle regionali. “L’assoluta inerzia e incompetenza della classe politica siciliana, spesso serva di interessi nazionali che nulla hanno a che fare con i nostri interessi, ha infatti fatto si che si sia dovuto dar vita ad una protesta dura ma necessaria”, si legge in una nota diffusa da “Forza d’urto” che rimarca come “Il primo intervento riguarda senz’altro il costo del carburante che deve assolutamente essere alleggerito dalle accise. La Sicilia non gode dei vantaggi delle altre regioni a Statuto speciale ma, pur ospitando le raffinerie con tutti i conseguenti danni, paga prezzi più alti rispetto a chiunque altro”.
Le conseguenze economiche…
Il fermo degli autotrasportatori e il blocco della circolazione hanno messo in ginocchio l’intera economia agricola della Sicilia, con danni al settore per milioni di euro. È questo il monito lanciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha chiesto ai ministri degli Interni e delle Politiche agricole, al governatore della Sicilia e all’assessore regionale all’Agricoltura un immediato incontro e interventi urgenti per garantire il diritto al trasporto dei prodotti ortofrutticoli e del latte, ma anche per evitare pericolose contrapposizioni tra produttori e autotrasportatori.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’allarme lanciato da Antonello Di Liberto, vicepresidente vicario di Confcommercio Palermo e presidente degli alimentaristi. “Se non si sblocca la situazione della protesta degli autotrasportatori, si rischia che nel giro di un paio di giorni i negozi di alimentari debbano abbassare le saracinesche perché si saranno esaurite le scorte”. “Non spetta a noi entrare nel merito della protesta che ha certamente le sue ragioni – continua Di Liberto – ma le autorità non possono sottovalutare tutte le conseguenze di quanto sta accadendo: dai danni economici per i produttori, soprattutto ortofrutticoli, al gravissimo rischio di mercato nero. Se perdura questo blocco sarà dura anche tornare alla normalità: in alcune località dell’entroterra, ad esempio, già scarseggiano alcuni prodotti”.
Confindustria, denunce di infiltrazioni criminali e mafiose tra i dimostranti
Gruppi criminali e mafiosi si sarebbero infiltrati tra i dimostranti e agirebbero per interessi che nulla hanno a che fare con i motivi alla base delle proteste che da tre giorni stanno paralizzando alcune zone della Sicilia. E’ questa la denuncia fatta da Confindustria e altre undici associazioni.