Notizie Notizie Italia Si spegne subito fiammata BTP. Nel Day After Bce si guarda a crisi governo su Tav

Si spegne subito fiammata BTP. Nel Day After Bce si guarda a crisi governo su Tav

8 Marzo 2019 13:16

Gli annunci della Bce alimentano gli acquisti sui BTP, ma la fiammata dura il tempo di qualche ora. A guardare a quanto sta accadendo oggi, nel Day After della Bce, viene da chiedersi se davvero la carta italiana beneficerà della doppia mossa decisa da Mario Draghi e colleghi. Non è escluso che oggi i bond sovrani italiani stiano scontando i timori di una crisi di governo, viste le spaccature sulla Tav, ormai fin troppo evidenti e secondo alcuni insanabili, presenti all’interno dell’esecutivo M5S-Lega.

Lo spread BTP-Bund torna a salire superando quota 245 punti. Nessun rialzo preoccupante, visto che il guadagno è poco superiore al mezzo punto percentuale: tuttavia, se gli acquisti sui Bund continuano – con i rendimenti che scendono ulteriormente dopo il crollo della vigilia, fino allo 0,06% – i buy sui BTP si fermano.

I tassi decennali tornano così a salire sul secondario, riposizionandosi sopra la soglia del 2,50%.

Le tensioni nel governo M5S-Lega esplodono, con il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che annuncia che non ci sarà alcun vertice sulla Tav, nella giornata di oggi, e che tutto salta a lunedì prossimo. Salvini non sembra orientato a fare alcun passo indietro:

“Nel contratto c’è la revisione dell’opera che è giusta, si possono tagliare spese, strutture, è giusto chiedere più contributi all’Europa e alla Francia”. Ma la Tav non può essere fermata, aggiunge, “e conto che il buon senso prevalga”.

Nessun vertice di Governo oggi, vado a Milano, ne parliamo lunedì  – conferma nell’intervista rilasciata ad Rtl – Io sono per fare non per disfare “.

Crisi di governo? Salvini la smentisce:

Questo governo andrà avanti, sono contento di quanto ha fatto in questi nove mesi e ci sono ancora tante cose da fare”. Detto questo, “la Lega non firmerà nessun provvedimento per bloccare l’opera: bisogna scegliere, non si può sempre rimandare”.

Ma le dichiarazioni che arrivano da Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia e parlamentare del Movimento 5 stelle, sembrano avallare i timori di coloro che ritengono che difficilmente la crepa Tav possa essere sanata.

Così Villarosa:

“Salvini sa che far cadere il governo e non rispettare il Contratto di Governo per difendere una opera inutile e costosa come il Tav Torino-Lione, significa non portare a conclusione misure fondamentali come reddito di cittadinanza che vede la Lombardia prima nelle richieste, Quota 100, e i rimborsi per i truffati per le banche?“.

“Salvini – ha aggiunto Villarosa – torni responsabile, come lo era la Lega quando si schierava contro questa opera inutile, il contratto di governo e il presidente Conte sono la retta via dove, a fronte di una analisi costi-benefici che boccia l’opera si parla di ‘con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Tutto questo, mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è apertamente schierato con il M5S, come è emerso dalle dichiarazioni che ha rilasciato ieri, in conferenza stampa a Palazzo Chigi:

“Io stesso nel vertice di stanotte ho espresso forti dubbi e perplessità su questa opera e lo ribadisco dopo averla studiata: non sono allo stato affatto convinto che questo progetto infrastrutturale sia quello di cui l’Italia ha bisogno. Il progetto risale a dieci anni fa e se oggi dovessimo cantierizzarlo non avrei dubbi, mi batterei perché non lo sia”.

Anche il premier ha escluso una crisi di governo:

“Continuo a pensare non ci siano rischi per il governo perché il clima della discussione è sereno e franco. Io lo assumo come grande senso di responsabilità dei miei compagni di viaggio. È un’opera che richiede investimenti cospicui, non bruscolini, quindi ci sta tutta la difficoltà a elaborare un percorso. Escludo che possa nascere da un confronto serrato, franco, schietto, una crisi di governo: sarebbe assurda“.

BTP beneficeranno dell’assist Bce?

Ieri, l’annuncio di Mario Draghi sull’arrivo di nuove operazioni di TLTRO e sulla decisione di cambiare la forward guidance sui tassi, a causa di un indebolimento dell’economia dell’Eurozona più accentuato delle attese, ha scatenato una forte avversione al rischio, che ha fatto sentire i suoi effetti non solo sugli asset finanziari dell’Eurozona, ma anche a Wall Street e, fino a poche ore fa, nei mercati asiatici.

Gli investitori hanno smobilizzato le azioni, per rifugiarsi nei veri cari bond, percepiti come più sicuri. La fiammata è stata notevole:
boom di richieste per la carta italiana, con i tassi a due anni che sono precipitati ieri al minimo dal maggio del 2018, in calo di 14 punti base, allo 0,128%.

I rendimenti decennali sui BTP italiani sono crollati di oltre 12 punti base, al 2,492%, valore più basso dal luglio del 2018.

Occhio a dove investire dopo le mosse della Bce

I rendimenti decennali dei Bund tedeschi sono scivolati inoltre a valori che non si vedevano dall’ottobre del 2016, ovvero in più di due anni, con una flessione di 4,1 punti base, allo 0,089%.

Il risultato è che lo spread BTP-Bund è sceso di oltre -2% posizionandosi poco al di sopra di quota 240 punti base, soglia attorno alla quale continua a oscillare nella sessione odierna.

A scendere sono stati, in generale, tutti i rendimenti dei bond europei. Considerata la relazione inversamente proporzionale che esiste tra quotazioni e tassi dei bond, ciò significa che i buy si sono riversati sui titoli di stato, in realtà non solo europei o, nello specifico – visto che si parla di Bce – dell’Eurozona. I timori più forti di un rallentamento dell’economia globale hanno sostenuto anche le quotazioni dei Treasuries Usa.

Così ha commentato Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier IM:

“In generale, vista l’attuale ascesa del populismo in tutta Europa, riteniamo che tra le responsabilità politiche della BCE ci sia la riduzione delle probabilità di una recessione. La Banca centrale dovrebbe giustificare ulteriori misure politiche come un’azione necessaria per assicurare il raggiungimento del target inflazionistico nel periodo stimato. Ci aspettiamo forti pressioni al ribasso per i rendimenti dei bond europei, uniti alla spinta accomodante dalla BCE e, quindi riteniamo che assisteremo nuovamente a uno scenario caratterizzato dalla ricerca di rendimenti nei mercati globali degli asset rischiosi”.

Ma quali saranno i bond europei che assisteranno a un forte calo dei rendimenti? Non si può parlare di questa categoria, facendo finta di ignorare le differenze. Ed è un appunto che fa anche Jamie Searle, strategist di Citi.

Secondo Searle, infatti, il mix di un’inflazione che non riesce ancora a centrare il target della Bce e la perdita di credibilità dello stesso istituto guidato da Mario Draghi lasciano a questo punto i tassi sui Bund “liberi di tornare negativi”, mentre gli acquisti che ieri si sono scatenati sui BTP evaporeranno presto (e sono già evaporati oggi).

La notizia relativa alla decisione della Bce di lanciare nuove operazioni TLTRO a favore delle banche, fa notare Citi, ha sostenuto le quotazioni dei BTP della parte frontale della curva dei rendimenti.

Tuttavia, i dettagli di queste nuove operazioni di TLTRO, sottolinea l’esperto, sono “meno potenti” di quanto anticipato. Di conseguenza, secondo l’analista interpellato da Bloomberg, è improbabile che gli effetti positivi sui BTP possano durare.

Searle ritiene inoltre che il tasso swap sull’inflazione 5y5y possa scendere fino all’1,25%, dopo aver chiuso all’1,47% nella sessione di ieri.