Shock Creval spaventa le altre banche italiane, Banco Bpm e Bper sotto il fuoco delle vendite
E’ sell-off sulle banche italiane con il maxi-aumento da 700 milioni di euro deciso da Credito Valtellinese (Creval) che sta mettendo sotto scacco l’intero settore con il timore di una nuova ondata di ricapitalizzazioni per risolvere il nodo Npl. A Piazza Affari è profondo rosso con tonfo del 7% per Banco Bpm, -5% per Bper e -3,3% per Ubi Banca. Contengono le perdite sotto l’1% le big Unicredit e Intesa Sanpaolo. “Le notizie di Creval sicuramente non giovano al settore – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – . Il contesto però non aiuta. Tutte le banche d’europa sono in rosso con Credit Agricole che cede oltre il 4%”.
Il nodo crediti deteriorati continua a impensierire il settore, che già a ottobre era stato affossato dall’addendum Bce sui nuovi Npl. La presidente” della vigilanza europea Daniele Nouy ha ribadito l’approccio duro sui Npl ricordando che in Italia da un lato Unicredit ha realizzato un aggressivo piano di derisking e Intesa Sanpaolo ha superato al meglio gli stress test, dall’altro il tema crediti deteriorati deve essere affrontato in maniera più sostanziale dagli altri player.
Effetto Creval
Credito Valtellinese ha varato il piano “new normality” che sarà accompagnato da un massiccio aumento di capitale fino a 700 milioni di euro, ben oltre i 500 mln delle indiscrezioni della vigilia. Considerando la capitalizzazione di Borsa di Crval alla chiusura di ieri (280 mln), l’aumento è circa 2,5 volte il valore di Borsa. Il titolo, già precipitato di oltre il 13% alla vigilia, oggi non ha ancora aperto e segna un calo teorico di oltre il 30%. Il Piano Industriale 2018-2020 “RUN2 – Restart Under New-Normality” prevede un aumento di capitale fino a 700 milioni con la cessione di crediti deteriorati con “GACS” fino a un massimo di 1.600 milioni di euro entro il primo semestre 2018 e altre cessioni per 500 milioni nella seconda parte dell’anno.
Il piano di Creval con chiusure di 88 filiali e riduzione organico
Saranno chiuse altre 88 filiali, con un target di 350 unità entro fine 2018. Per quanto riguarda il piano di riduzione dell’organico, il target è inferiore alle 3.700 unità a fine piano, ossia circa 400 unità in meno rispetto all’attuale organico. A fine piano, il cost/income ratio è visto al 57,5% mentre l’utile dovrebbe attestarsi a 150 milioni di euro.
“Il nuovo Piano presuppone un significativo rafforzamento patrimoniale del Gruppo che consenta la realizzazione di ulteriori, incisive azioni di de-risking e recupero di efficienza operativa, con l’obiettivo di superare definitivamente le legacy del passato e precostituire le condizioni per un significativo miglioramento della sostenibilità del business model del Gruppo nel medio periodo”, ha commentato il Direttore Generale di Creval, Mauro Selvetti. Al momento, ha precisato Selvetti, la banca non ha ricevuto dai regolatori alcuna scadenza formale entro cui realizzare l’aumento di capitale.
I primi 9 mesi dell’anno si sono chiusi con una perdita di 403 milioni di euro con rettifiche di valore su crediti e altre attività per 386 mln.