Sempre più giù la domanda di prestiti degli italiani,-10,9% a settembre
Italiani sempre più restii a chiedere un prestito. Gli effetti della crisi si fanno ancora sentire fortemente sulle famiglie italiane e a settembre la domanda di prestiti ha fatto registrare un calo pari al 10,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, la flessione più consistente dall’inizio del 2012.
La fotografia scattata dall’ultimo Barometro Crif sulla domanda di prestiti delle famiglie in Italia evidenzia come dall’inizio della crisi il tonfo della domanda di prestiti sia ancora più corposo. La domanda aggregata relativa ai primi 9 mesi dell’anno fa segnare un -3,3% rispetto al corrispondente periodo 2012, con un -24,2% rispetto ai primi tre trimestri del 2007, prima dello scoppio della crisi.
Per trovare un segno positivo nelle rilevazioni mensili del Barometro CRIF bisogna ritornare ai primi due mesi del 2013, quando però il confronto era sul primo bimestre 2012 che aveva fatto registrare un vero e proprio crollo (rispettivamente con un -15% e un -17% rispetto all’anno precedente).
I motivi di tale brusco rallentamento va ricercato nella maggiore prudenza degli italiani dettata dalla delicata situazione economica. “Il quadro congiunturale ancora fragile continua a caratterizzarsi per il persistere di segnali negativi sul fronte dell’occupazione – rimarca il Crif – con quella giovanile che ha raggiunto livelli drammatici, e della fiducia dei consumatori. Di conseguenza il credito retail permane condizionato da una forte prudenza che influenza sia la domanda di finanziamenti da parte delle famiglie, che temono di non riuscire a far fronte regolarmente ai debiti contratti, sia l’offerta, che deve far fronte all’innalzamento dei livelli di rischiosità”.
“L’andamento delle richieste di credito rappresenta un indicatore di straordinaria importanza per tastare tempestivamente il polso alle famiglie e valutare il loro livello di fiducia nei confronti del futuro e la propensione ad impegnarsi nell’acquisto di beni durevoli o di costo più elevato – commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF -. Purtroppo il trend che si sta delineando non sorprende affatto considerate le difficoltà che coinvolgono circa 9 milioni di italiani, alle prese con una situazione di perdurante disagio occupazionale. In particolare, la mancata crescita dei redditi reali e la conseguente contrazione del potere d’acquisto hanno indotto le famiglie ad adottare un approccio prudente e a rinviare gli acquisti di servizi e beni, specie di quelli durevoli, di quelli più costosi e di quelli non considerati strettamente indispensabili. Sembra quasi che gli italiani abbiano tirato il freno a mano in attesa di tempi migliori”.