Sell off sulla sterlina, Brexit fa più paura: Ue non perderà tempo

Sterlina venduta, soffre la fase ribassista peggiore dallo scorso agosto nei confronti dell’euro, mentre sale la tensione sulla risposta che l’Unione europea si appresta a dare al piano con cui il Regno Unito notificherà formalmente l’uscita dal blocco.
E’ stato lo stesso Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, a rendere noto che Bruxelles risponderà entro le 48 ore successive all’arrivo della notifica formale della Brexit, che la premier britannica Theresa May vuole presentare entro la fine di marzo.
La notifica confermerebbe l’attivazione dell’Articolo 50, che darebbe a sua volta il via a due anni di trattative tra l’Ue e gli UK. Così Tusk, nel corso di una conferenza stampa:
“Siamo preparati bene ad affrontare l’intera procedura e non ho dubbi sul fatto che saremo pronti entro le 48 ore successive. Penso che sia un tempo giusto per reagire”. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha inoltre affermato che, a seconda dell’arrivo della comunicazione ufficiale da Londra, i leader europei organizzeranno un summit speciale, per fissare le linee guida a cui attenersi nelle negoziazioni per rendere effettivo il divorzio del Regno Unito da Londra. In una conferenza stampa, Merkel ha sottolineato:
“Se la letterà arriverà la prossima settimana, il summit speciale si terrà il 6 aprile”.
La sterlina sconta l’arrivo imminente delle trattative, ma anche la carrellata di dati macroeconomici che indicano un peggioramento dei fondamentali e si deprezza nei confronti dell’euro per la sesta sessione consecutiva, cedendo nei confronti del dollaro per la seconda settimana consecutiva.
In particolare il rapporto EUR/GBP viaggia in area 0,8727 e si appresta a concludere la settimana con un rialzo +1,1%. Il rapporto GBP/USD è quasi invariato a $1,2150, dopo aver perso -1,2% negli ultimi cinque giorni di contrattazione. Intervistato da Bloomberg Ipek Ozkardeskaya, analista senior dei mercati presso London Capital Group, prevede “un’accelerazione del trend negativo e un ulteriore possibile dietrofront del rapporto sterlina-dollaro fino a $1,20”.
Outlook negativo sulla sterlina anche da parte di Erik Weisman, responsabile economista e gestore di portafoglio della divisione di reddito fisso presso MES Investment Management. A suo avviso, se l’economia britannica è riuscita a resistere, è stato soprattutto per l’aumento dei debiti dei consumatori, che però sono diventati “insostenibili”.
Weisman precisa così di “essere ribassista sulla sterlina” e di ritenere “che la valuta continuerà a scendere nel periodo compreso tra ora e il prossimo anno”. Secondo l’esperto, la Brexit non avrà effetti sconvolgenti sull’economia del Regno Unito. “Tuttavia, il processo zavorrerà la crescita per molti anni”.
Dal fronte economico resi noti in giornata i dati relativi alla produzione manifatturiera (in flessione dello 0,9%, rispetto al -0,6% atteso), alla produzione industriale, calata dello 0,4%, in linea con le attese, e alla produzione del settore edilizio, scesa anch’essa dello 0,4%, peggio del -0,2% stimato.