Sell off Bund, tassi a record 2016 per timori asta Francia e minute Bce. Mentre BTP ora sono la scommessa dell’estate
Trader e investitori sull’attenti, è sell off sui Bund tedeschi e in generale sui titoli dei debiti sovrani dell’Eurozona.
Gli smobilizzi sui Bund sono tali che i tassi decennali balzano al record dal gennaio del 2016. A scatenare le vendite sono stati inizialmente i risultati dell‘asta dei titoli francesi a 30 anni, che hanno segnalato un calo della domanda.
La reazione dei Bund è stata immediata: i tassi sono volati di +17% circa oltre lo 0,51%, livello che Citigroup considera “un forte supporto”, raggiungendo lo 0,56%, al massimo dal gennaio del 2016 e in deciso rialzo rispetto allo 0,473% dell’inizio della settimana.
Boom di scambi, con più di 450.000 contratti futures sui Bund che sono stati scambiati, 1,6 volte il numero scambiato nella sessione di mercoledì alla stessa ora (durante la mattinata).
Intervistato da Bloomberg Antoine Bouvet, strategist dei tassi di interesse presso Mizuho International a Londra, ha affermato che “l’ampiezza del sell off è eccessiva rispetto a quanto ci si attenderebbe da un’asta debole”.
E’ vero che l’asta dei bond francesi a 30 anni si è conclusa con un rapporto bid-cover di appena 1,53 volte, in forte ribasso rispetto alle 1,93 volte del precedente collocamento dello scorso 5 gennaio.
Ma sullo sfondo c’è altro: ovvero, la Bce. E non solo per l’attesa per la pubblicazione delle minute, la cui diffusione non ha fatto nulla per rassicurare i detentori di bond dell’Eurozona sul fatto che la politica monetaria della Bce rimarrà ancora accomodante per molto tempo; ma anche per le dichiarazioni arrivate dal governatore della Banca centrale di Francia e membro del Consiglio direttivo della Bce, François Villeroy che, in una lettera inviata al presidente francese Emmanuel Macron, ha affermato che la politica monetaria accomodante della Bce, che include tassi di interesse negativi e acquisti di asset attraverso il piano di Quantitative easing, “non è né eterna, né onnipotente”.
Villeroy ha anche sottolineato che i tassi di interesse saliranno, in linea con la ripresa che sta interessando l’Eurozona intera.
Dalle minute della Bce relative alla riunione di giugno, è emerso tra l’altro che Draghi & Co. hanno avviato una discussione sul modo più appropriato per comunicare la loro crescente fiducia nei fondamentali economici, e hanno valutato anche l’opzione di rinunciare all’impegno assicurato dalla Bce di accelerare il programma di Quantitative easing, in caso di bisogno.
In questo contesto, lo spread BTP-Bund è risalito oltre i 167 punti base – ma il rialzo è stato comunque contenuto proprio dal forte balzo dei tassi sui Bund – con i tassi sui BTP decennali che sono balzati di oltre +4%, attestandosi al 2,2%.
A tal proposito, focus sulla nota di Marc-Henri Thoumin, strategist della divisione di reddito fisso presso Société Générale, che ha scritto che gli investitori dovrebbero considerare l’eventualità di andare long sui BTP quest’estate, contro i Bund tedeschi.
Secondo Thoumin, la Germania è infatti esposta più di qualsiasi altro paese dell’Eurozona non-core, al rischio di un repricing dei bond legato ai cambiamenti di politica monetaria delle banche centrali in generali.
BTP a cinque anni: la scommessa di SocGen per questa estate
A tal proposito, lo spread tra BTP e Bund a 5 anni (di solito quello più monitorato è lo spread a 10 anni) si attesta a 104 punti base, al minimo dal novembre del 2016, ma ancora alto, in base ai dati di FactSet, rispetto agli appena 50 punti dell’aprile del 2016.
Secondo l’esperto di Société Générale, visto che per ora né le elezioni federali tedesche nè quelle politiche italiane sono una minaccia, e “in particolare è improbabile che le elezioni italiane facciano sentire il loro peso prima di settembre”, vale la pena puntare sui BTP a cinque anni: anche perchè, guardando allo spread, secondo l’esperto esiste ancora spazio per una ulteriore riduzione.