Sei mesi di MiFID II, si conferma l’effetto traino sugli ETF
Sponda Mifid II per gli ETF. L’entrata in vigore a inizio anno della Mifid II ha portato degli obblighi di disclosure circa i costi, sia in valore assoluto che in termini percentuali, connessi allo strumento finanziario che si sta acquistando. La nuova regolamentazione nei primi 6 mesi di attuazione ha confermato le ipotesi preliminari relative ai maggiori volumi di negoziazione degli ETF.Gli investitori riescono a determinare più facilmente il peso effettivo dei costi a tutto degli ETF, che grazie alla replica passiva si fregiano di costi decisamente più bassi rispetto a quelli previsti dalle gestioni attive.“Nonostante siano trascorsi sei mesi dall’introduzione – sottolinea Head iShares EMEA di iShares (BlackRock) – la MiFID II guida la consapevolezza in merito all’utilizzo degli ETF come strumenti per investire in tutte le classi di asset e aree geografiche, facendo luce sui costi e imponendo una rendicontazione delle negoziazioni. Questo supporterà la prossima fase di crescita dell’industria europea dell’ETF”. Sulla scia della domanda da parte dei gestori patrimoniali di portafogli diversificati ed efficienti dal punto di vista dei costi, la regolamentazione sta sostenendo l’utilizzo di strumenti indicizzati ed ETF nei portafogli.
Passaggio a modelli di consulenza a parcella. Stephen Cohen conferma come la MiFID II abbia portato a una maggiore sensibilità ai costi in generale e si è registrata un’accelerazione del passaggio a modelli di consulenza a parcella e si è generata una maggiore attenzione agli ETF da parte dei distributori. Di particolare interesse il caso del mercato italiano. In Italia è aumentato in modo significativo l’interesse e le conversazioni con i distributori che desiderano saperne di più sulla creazione di portafogli realizzati ETF. Inoltre, assistiamo a una crescita costante del lancio di soluzioni di investimento costruiti con ETF sotto forma di mandati discrezionali e prodotti unit linked.
Focus su costi + valore. In un momento in cui le persone diventano più sensibili ai costi, la MiFID II sta accelerando il cambiamento, dando fondamentalmente maggior risalto al business della gestione patrimoniale. Sta accelerando i modelli di consulenza patrimoniale a parcella, dove il consulente è remunerato dall’investitore e non dal prodotto, aprendo quindi il mercato della consulenza all’utilizzo degli ETF come strumenti di investimento efficienti per generare il rendimento per il cliente.
Trasparenza nelle negoziazioni. Ora che le negoziazioni degli ETF devono essere segnalate, Euronext stima che il volume annuale di scambi riportati quest’anno sia pari a 2,3 trilioni di dollari statunitensi, contro 1,3 dello scorso anno. Tra gennaio e giugno di quest’anno, le negoziazioni riportate sulla gamma di ETF UCITS di iShares sono cresciute in media del 61% – elemento non riconoscibile prima dell’introduzione di MiFID -, con una crescita che sale al 74% per il reddito fisso.
Mifid II in aiuto degli investitori per contenere i prezzi
La MiFID II aiuta gli investitori nella selezione di broker e delle piazze di trading, con potenziali impatti positivi in termini di contenimento dei prezzi. In particolare l’esperto di iShares elenca 4 fattori:
– Il costo di acquisto di un ETF può variare a seconda della strategia, della sede di negoziazione e del broker scelti per eseguire la transazione
– I broker che scambiano maggiori volumi di uno specifico ETF sono potenzialmente portati ad offrire prezzi più contenuti
– L’aumento della visibilità delle negoziazioni, combinata con una maggiore trasparenza introdotta da MiFID, offre agli investitori la possibilità di trovare il prezzo più competitivo
– Prima di questi requisiti di reportistica era molto più difficile per l’investitore identificare il broker o la piazza più appropriata ove eseguire un ordine.
Maggiore scelta per gli investitori che negoziano esposizioni di grandi dimensioni. L’attrattiva degli ETF per molti investitori istituzionali è la flessibilità di negoziare grandi esposizioni rapidamente e facilmente. Inoltre l’aumento della trasparenza dei volumi degli scambi dagli ETF nell’ambito della MiFID sta aiutando gli investitori a comprendere che il settore è grande e abbastanza liquido per qualificarsi come uno strumento di investimento efficace.
Una rete crescente di market makers. Cohen mette in evidenza anche il ruolo dei market maker, parte essenziale dell’ecosistema degli ETF. Al crescere del numero di market maker in un ecosistema di trading, diventa più facile per gli investitori in ETF effettuare transazioni o, in altre parole, aumenta la liquidità del mercato degli ETF.In Europa, dall’introduzione di MiFID II il numero dei market maker è cresciuto del 25%. Ciò è in parte dovuto ai nuovi obblighi di registrazione in qualità di market maker presso le Borse Valori imposti da MiFID II ai liquidity provider, nel contesto delle aspettative correnti in termini di crescita dell’attività di negoziazione degli ETF sulle Borse europee.