I segreti della Borsa secondo Stefano Calamita
Stefano Calamita a Investment & Trading Forum ’08 : si puo’ realmente guadagnare investendo in borsa? Ecco quanto vi hanno nascosto finora…
Formatore professionista AIF (Associazione Italiana Formatori) nell’area finanza e Presidente CFTA (Commissione Formazione AssoCPA – Consulenti Professionisti Associati). Inizia come “future trader”, e dopo la laurea in Sociologia intraprende lo studio del trading in una prospettiva psicosociologica su base statistica, ispirandosi alle metodologie di “ricerca-azione” di Kurt Lewin.E’ consulente di banche italiane ed internazionali, nonché divulgatore in Italia delle tecniche di Larry Williams ed altri trader. Numerosi gli articoli pubblicati sulle testate finanziarie più importanti.
Nella mia attività io ricevo un notevole numero di email da parte di risparmiatori e investitori, e doendo scegliere un argomento in base a quelle, il temache interessa a molti è quello dei rendimenti in Borsa sperati …e/o reali; cioè i rendimenti che è possibile ottenere investendo i propri risparmi, o di investitori qualora foste dei gestori professionisti.
Molti mi conoscono in quanto sono il future trader e successivamente gestore, che per primo in Italia ha posto il focus, al fine di una attività profittevole, sugli aspetti psicologici del trading e di conseguenza …sulla centralità del Trader!
Il tutto è iniziato da parte mia almeno 10 anni prima che a Daniel Kahneman nell’anno 2002 assegnassero il premio Nobel per l’Economia (Con la seguente Motivazione: “…per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza!…”)
Che il ruolo del trader come “uomo dotato di una propria personalità” sia centrale nel processo di Trading è oramai un elemento acclarato.
Infatti nonostante un continuo miglioramento dei software di trading, delle prestazioni più potenti dell’hardware su cui girano tali programmi di analisi tecnica, una bibliografia di settore sempre più estesa e completa anche in lingua italiana, le performance di investitori e trader continuano ad essere negative! Se non addirittura “fortemente negative” con perdite nei loro portafogli spesso più pesanti rispetto al passato, in simili condizioni di mercato!
Perché ciò continua ad accadere?
Semplice: si continua da parte di molti investitori ad ignorare quanto sopra affermato: in condizioni d’incertezza il trader adotta un comportamento errato: …e i mercati sono in condizioni d’incertezza praticamente sempre!
Iniziamo da alcune semplici considerazioni, mutuate da classici esperimenti di psicologia economica.
Se qualcuno vi chiedesse “…Quanto vorresti vincere se ti dicessi di scommettere sul lancio di una monetina (classico testa e croce) e la perdita stabilita a priori, fosse di 100 EURuro?…” I risultati di tale indagine hanno dimostrato che la maggior parte dei partecipanti affermerà di essere disponibile a scommettere solo se la vincita non fosse inferiore ai 200-300 EURuro. Ossia l’avversione al rischio, identificato come la paura di perdere, è (maggiore) quantificabile in almeno 2,5 volte la soddisfazione che ricava dalla vincita, cioè dal guadagno.
Questo è il motivo per cui la tendenza innata a liquidare le posizioni in attivo (…tagliare i guadagni per paura di perderli…invece di lasciarli correre) è predominante rispetto al tagliare le perdite (al contrario in questo caso l’atteggiamento è motivato dalla speranza di recuperare quanto si sta perdendo).
Oppure alla classica domanda:
“…Nel gioco della moneta testa-croce, quale tra le sequenza A oppure B è la più probabile?
A)croce-croce-testa-testa-croce-croce
B)croce-testa-croce-testa-creoce-testa
La maggior parte degli sperimentatori risponde B! Infatti a loro giudizio,o più precisamente a giudizio del loro “schema mentale” appare più probabile: ovviamente sbagliano!…”
La mente umana ragiona per stereotipi, ricerca costantemente schemi e intravede una regolarità causale quando invece c’è solo casualità ecco perché gli investitori si fanno ingannare da grafici, tabelle, pattern, etc. dei rendimenti passati, applicando questo loro “schema mentale” al futuro!
Qualcuno potrebbe obiettare, ma allora le teorie economiche e di gestione di portafoglio, le tecniche di trading più sofisticate e complesse, ect…?
Chi mi conosce e ha letto dei miei precedenti lavori pubblicati intuisce già la mia risposta.
Le teorie in Economia, nel Trading, ed in finanza in genere, non funzionano perché i comportamenti economici sono il frutto dell’interazione di migliaia, di milioni (o miliardi) di individui che spesso pensano in modo non lineare, non razionale, in particolar modo nei “momenti caldi” dei mercati finanziari (questa è la reale spiegazione della genesi delle “bolle” irrazionali dei mercati finanziari).
Quindi è possibile mettere a punto solo modelli probabilistici ben fatti ma non certo deterministici, a meno che, un “nuovo modello probabilistico” non riesca a prevedere se domani acquisterò un cellulare in alternativa all’acquisto di una bottiglia di vino dell’ottimo “Brunello di Moltalcino” etc.
Con le sole analisi di mercato, cioè, statistiche retrospettive, siano esse in forma grafica (Analisi Tecnica) che in forma matematica (Analisi Statistiche) risulta difficile mettere in atto una strategia operativa di trading e/o gestione vincente, se questa non venisse associata ad “altri elementi”!
Quindi ipotizzando che il Mercato abbia una sua “efficienza” statistica, solo i trader più efficienti del Mercato potrebbero batterlo!
Ma l’efficienza del trader non è solo matematica, anzi tutt’altro, come abbiamo intuito.
L’irrazionalità del suo comportamento è predominante: egli è una macchina “umana” e come tale deve essere messa a punto, e gestita!
L’investitore/gestore classico non possiede questa efficienza innata o acquisita, pertanto il percorso più logico e finanziariamente meno oneroso in termini di perdite risulta essere quello di appiattirsi sul Mercato senza tentare di battere (statisticamente difficilissimo, anche se non impossibile) la sua presunta inefficienza (mediante acquisto ETF, indici, etc).
E quì nasce un problema, anzi ci si dovrebbe porre una domanda, anzi ben più di una sola domanda: quanto statisticamente potrebbe essere lecito attendersi in termini di guadagno/perdita investendo in Borsa magari per completezza, tenendo conto di vari orizzonti di investimento? Quante possibilità ho io come trader/gestore di fare meglio del (ossia di battere il…) Mercato e quindi delle statistiche? Perché? Quale Metodo di trading dovrò utilizzare?
A chi è seriamente interessato a approfondire la questione, io consiglio la lettura dei lavori di Jeremy Siegel (professor of finance at the Wharton School of the University of Pennsylvanian ) e in particolare il suo classico “Stocks for the long run”.
Ma in questa sede, per motivi di spazio, mi limito a citarvi IlSole24Ore che al sabato nel suo inserto “PLUS” pubblica una speciale graduatoria, quella dei migliori fondi al mondo per costanza di rendimento ottenuto su base annua negli ultimi 10 anni.
Ossia in assoluto i migliori 100 Fondi comuni di investimento al mondo negli ultimi 10 anni per rendimento ottenuto, che la cui gestione è affidata a molti tra i migliori gestori di fondi oggi in attività al mondo.
il lavoro di analisi storica di Siegel dice che in un periodo di investimento di 10 anni circa dovremmo ritrovare dei rendimenti medi che si attestino tra un +16,9% e un -4,1%.
Cosa riscontriamo invece a una analisi attenta della tabella di PLUS?
Solo 5 team di gestori al mondo (su migliaia o decine di migl