Seat PG non riesce a far fronte a debito, richiesta ammissione a concordato preventivo
Gli impegni finanziari del 2013 sono pari a 200 milioni di euro e le risorse finanziarie effettivamente disponibili nell’arco del 2013 – costituite dal saldo di cassa in Seat PG Italia al 31 dicembre 2012 di circa 100 milioni, incrementato del flusso di cassa annuale stimato e disponibile per il servizio del debito – non risultano in grado di far fronte alle scadenze per capitale ed interessi. Scadenze, rimarca la nota di Seat PG; che portano il Gruppo in una situazione di “grave squilibrio finanziario, con conseguenti, inevitabili, effetti negativi sulla struttura patrimoniale”.
La notizia ha subito impattato sul titolo Seat Pagine Gialle che dopo una prima sospensione per eccesso di ribasso, è entrato in contrattazioni e fa segnare un calo del 40% a 0,0009 euro (toccato minimo a 0,0007) con una capitalizzazione di soli 12 mln di euro circa. Da inizio anno il titolo ha perso l’80% circa del proprio valore.
Raccolta pubblicitaria a picco
La raccolta pubblicitaria del gruppo ha subito un forte deterioramento soprattutto negli ultimi mesi dell’anno e al momento non emergono segnali di significativo miglioramento. L’andamento degli ultimi mesi del 2012 e dei primi mesi del 2013 porta il gruppo a prevedere un calo ancora più marcato di ricavi e utili per l’anno in corso.
Seat PG ha rivisto le ipotesi di pre-chiusura 2012 e di budget 2013 con evidenze fortemente al di sotto di quanto in precedenza stimato. Le Linee Guida Strategiche presupponevano una ripresa dell’economia italiana e una crescita del PIL pari all’1%, con un mercato pubblicitario tendenzialmente stabile; tali previsioni sono state largamente disattese e la Società si è trovata ad affrontare un mercato che ha registrato un calo del PIL del -2,2% e una contrazione degli investimenti pubblicitari di circa il -14%. Si ritiene che tale processo perdurerà almeno fino alla prima metà del 2013, finestra rispetto alla quale le previsioni di andamento del PIL sono ancora in contrazione di circa l’1%, con conseguenti impatti sulla spesa pubblicitaria delle aziende.