La scure di Standard & Poor’s sul comparto bancario italiano, pesano crescenti rischi economici

Taglio del merito di credito sovrano e peggioramento delle prospettive economiche. Queste le due principali ragioni che hanno portato l’agenzia di rating Standard & Poor’s a ridurre il merito di credito di diverse banche italiane. Nei prossimi due anni l’economia del Bel Paese metterà a segno una performance inferiore a quanto stimato in precedenza “e questa debolezza inciderà negativamente sulla qualità e sulla redditività degli asset degli istituti italiani”. Secondo le stime dell’agenzia a inizio 2015 il nostro Paese uscirà dalla fase recessiva anche se la crescita del Pil nell’intero anno sarà limitata allo 0,2% (contro il +1,1% stimato in precedenza) mentre il dato nel 2016 si attesterà allo 0,8%.
Nello specifico, il pericolo è rappresentato “da alte perdite su crediti per il comparto nell’arco dei prossimi due anni, perdite che andranno decisamente al di là delle nostre stime precedenti“. Secondo S&P’s l’impatto dell’andamento dell’economia italiana sul comparto bancario sarà più forte del previsto. “Abbiamo deciso di ridurre il merito di credito di lungo e di breve termine su 11 banche e di tre divisioni locali di banche estere” e di ridurre il giudizio di lungo termine “su altre sette entità, togliendo dal CreditWatch negativo il rating di una di queste”. Infine, l’agenzia ha confermato rating di breve e lungo su otto istituti e alzato i giudizi su una banca.
Le decisioni di S&P’s nel dettaglio
Nel caso della Banca Nazionale del Lavoro, della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, di Intesa Sanpaolo, di Banca Fideuram, di Banca IMI, di Mediobanca, di UniCredit e di UniCredit Leasing a cambiare sono il giudizio di lungo, di breve e l’outlook, passato da “BBB/Negativo/A-2” a “BBB-/Stabile/A-3” (rating di lungo/outlook/rating di breve). Andamento analogo per le valutazioni sull’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane e su CartaSi (da “BBB-/Negativo/A-3” a “BB+/Stabile/B”). Cambiano giudizi di lungo e di breve sull’Istituto per il Credito Sportivo (da “BBB/Negativo/A-2” a “BBB-/Negativo/A-3”).
Confermati giudizio di breve e outlook su Veneto Banca (da “BB/Negativo/B” a “BB-/Negativo/B”) mentre nel caso di Banca Popolare dell’Alto Adige (da “BB+/Watch Negativo/B” a “BB/Stabile/B”), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (da “BB/Negativo/B” a “BB-/Stabile/B”), Iccrea Holding, Iccrea Banca, Iccrea BancaImpresa (da “BB+/Negativo/B” a “BB/Stabile/B”), BNP Paribas Milan Branch, BNP Paribas Securities Services (Milan Branch), Bank of New York Mellon (Luxembourg, Italian Branch) (da “A+/Negativo/A-1” a “A/Stabile/A-1), MedioCredito Centrale (da “BB+/Negativo/B” a “BB/Watch Negativo/B”) ad essere confermato è solo il giudizio di breve.
In crescita giudizio di lungo e di breve con outlook mutato per Dexia Crediop (da “BB-/Developing/B” a “BBB-/Stabile/A-3”) mentre rating di breve e lungo sono stati confermati per Banca Popolare di Milano, Banca Akros (“B+/Stabile/B”), FGA Capital (“BB+/Stabile/B”), Ubi (“BBB-/Negativo/A-3”), Unipol Banca (“BB-/Negativo/B”), UniCredit Bank (“A-/Negativo/A-2”) e UniCredit Bank Austria (“BBB+/Negativo/A-2). Cambia l’outlook nel caso del giudizio emesso sul Credito Emiliano (da “BBB-/Negativo/A-3” a “BBB-/Stabile/A-3”) e il CreditWatch su Carige (a “B-/Watch Negativo/C”).