Bye Wall Street, è ora di scommettere sull’azionario di Eurolandia
È arrivato il momento di puntare sui titoli azionari del vecchio continente. Questo il quadro che emerge da un report diffuso da JPMorgan Cazenove. Secondo un team di analisti composto da Mislav Matejka, Emmanuel Cau e Prabhav Bhadani, è ora di premiare i listini azionari europei a scapito di quelli sull’altra sponda dell’Atlantico: sui primi la raccomandazione passa da “underweight” a “overweight” mentre nel caso dei listini a stelle e strisce il percorso è inverso, da “overweight” a “underweight”. Cinque le ragioni che secondo JPM giustificano l’inversione a U.
Il differente andamento registrato da inizio anno
“La Zona Euro ha registrato un andamento incredibilmente peggiore da inizio anno, lasciando sul campo, in termini di dollari Usa, il 22%”. Attualmente i listini di Eurolandia scambiano al di sotto dei picchi registrati nel 2012, “quando la frantumazione della Zona Euro rappresentava una possibilità”. Contrariamente al 2012, quando il leitmotiv era rappresentato dal forte incremento degli spread, “attualmente i differenziali di rendimento sono a livelli positivi […] e gli spread finanziari dei Cds (Credit default swap, il costo delle polizze anti-default, ndr) sono a livelli adeguati”.
In prospettiva, il rapporto tra prezzi e utili in Europa è destinato a migliorare
Eccessivamente care a inizio anno, le borse europee sono diventate via via più convenienti. “Gli indicatori di lungo termine […] forniscono supporto alla Zona Euro”.
L’andamento degli utili in Europa non è mai stato così basso
“Il differenziale di ROE (Return On Equity, indice di redditività del capitale proprio) tra le due regioni non è mai stato così elevato, dovrebbe quindi tendere alla normalizzazione” anche perché “il processo di revisione degli utili per azione negli Stati Uniti non è più così superiore di quello europeo, il gap si sta affievolendo”.
La crescita della massa monetaria M3
“L’aggregato M3 in Europa ha iniziato a crescere a partire da aprile” e il bilancio della Banca centrale europea “è destinato a aumentare del 35% rispetto ai livelli attuali”. In questo contesto, “il ciclo del credito ha toccato il fondo” e in paesi come la Germania “l’andamento dei prestiti è già positivo”.
Il calo dell’Euro
“Un euro più economico rappresenta un volàno per crescita, esportazioni e utili”. Secondo le stime elaborate dagli analisti di JPM, un calo dell’euro del 10% è capace di incrementare la crescita del Prodotto interno lordo europeo di un punto percentuale nel giro di 2-3 anni.