Notizie Notizie Mondo Scontro su dazi doganali, Gary Cohn si dimette. Mercati temono sempre più America First di Trump

Scontro su dazi doganali, Gary Cohn si dimette. Mercati temono sempre più America First di Trump

7 Marzo 2018 08:07

Amministrazione Usa di nuovo nel caos, dopo le dimissioni di Gary Cohn dalla posizione di consigliere economico numero uno della Casa Bianca. Le dimissioni dell’ex Goldman Sachs sarebbero scattate a seguito della decisione del presidente Donald Trump di imporre dazi doganali alle importazioni Usa di acciaio e alluminio. Il dollaro ha immediatamente fatto dietrofront sulla scia della notizia nei confronti dello yen, l’euro è salito oltre $1,24, l’azionario globale ha puntato verso il basso.

Cohn, ex direttore generale di Goldman Sachs, si era schierato contro l’imposizione dei dazi. E’ possibile a questo punto che, a prendere il suo posto, sia il consigliere al Commercio Peter Navarro, più vicino alle posizioni improntate al protezionismo del presidente Trump.

Come ha riferito a Cnbc un funzionario della Casa Bianca, le dimissioni di Gary Cohn sono intanto “una vittoria enorme per i nazionalisti” e “Peter Navarro ha vinto la battaglia sul commercio, ora che Gary ha gettato la spugna”.

In questo modo, “a Trump sarà permesso di essere Trump”, circondato da consiglieri più vicini alle sue posizioni, e più vicini soprattutto alla sua filosofia “America First”, America al primo posto.

E’ sulla base di questo suo desiderio di mettere le esigenze degli Usa davanti a quelle di tutto il mondo – di cui non ha fatto tra l’altro mai mistero – che Trump ha imposto dazi doganali sulle importazioni di acciaio e di alluminio, sollevando un coro di proteste e altrettante minacce dalla comunità internazionale.

Allo stesso tempo, un altro funzionario della Casa Bianca ha affermato che la decisione di Cohn di lasciare segue 4-5 settimane di incontri tra Cohn e il presidente sull’assegnazione di un ruolo diverso, più importante, nella stessa amministrazione Usa.

In un discorso preparato, Gary Cohn ha detto:

“E’ stato un onore servire il mio paese e varare politiche economiche pro-crescita a favore del popolo americano, in particolare quella della riforma storica sulle tasse. Sono grato al presidente per avermi dato questa opportunità e auguro a lui e al suo governo un grande successo in futuro”.

Con un suo comunicato, Trump ha commentato: “Gary è stato il mio consigliere economico numero uno e ha fatto un super lavoro nel guidare la nostra agenda, aiutandoci a varare tagli storici alle tasse e riforme per liberare di nuovo il potenziale dell’economia americana. E’ un talento raro, lo ringrazio per il servizio che ha dedicato al popolo americano”.

Immediata intanto la reazione dell’azionario globale, con i futures sull’indice Dow Jones che hanno indicato un avvio in ribasso fino a -300 punti, e i contratti sullo S&P scesi di oltre -1%, dopo la chiusura positiva di Wall Street nella sessione di martedì.

Nelle contrattazioni dell’afterhours, i timori sull’escalation delle politiche protezionistiche hanno zavorrato le quotazioni di multinazionali come Boeing e Caterpillar.

Le dimissioni di Cohn hanno fatto scivolare in secondo piano quella che si era presentata nelle ore di ieri come la vera notizia del giorno, ovvero la decisione della Corea del Nord di Kim Jong-un di valutare la fine del suo programma nucleare e di aprire a trattative con gli Usa. Stando a quanto riporta il New York Times, lo stesso leader nordcoreano Kim Jong-un avrebbe informato alcuni diplomatici sudcoreani della sua intenzione di avviare trattative con gli Stati Uniti di Donald Trump, al fine di abbandonare il programma.

I funzionari sudcoreani hanno riportato anche che, durante il periodo dei negoziati, la Corea del Nord sarebbe pronta a sospendere ogni test nucleare.

In un comunicato diramato dall’ufficio della presidenza della Sud Corea (del presidente Moon Jae-in), si legge inoltre che le due Coree hanno raggiunto un accordo per un summit tra i leader Kim Jong-un e Moon, che si dovrebbe tenere ad aprile.