Scandalo Libor: Ubs ammette colpa, dovrà pagare multa da circa 1,5 mld di dollari
Dopo giorni di indiscrezioni la conferma è arrivata questa mattina: Ubs ha ammesso la sua responsabilità nella manipolazione del Libor, il tasso interbancario inglese, e ora dovrà pagare una multa da 1,4 miliardi di franchi, circa 1,5 miliardi di dollari.
Questo l’accordo raggiunto dalla banca svizzera con le autorità americane, inglesi e svizzere che indagavano sullo scandalo del Libor, la manipolazione del tasso da parte di diverse banche internazionali, scoppiato questa estate con l’ammissione di Barclays.
La sanzione accordata a Ubs è la seconda maggiore mai pagata nella storia per questi casi dopo quella pattuita settimana scorsa da Hsbc, pari a 1,92 miliardi di dollari, per riciclaggio di denaro dai trafficanti di droga in Messico e Iran. Non solo. Si tratta anche di una sanzione più che tripla rispetto a quella inflitta a Barclays che ha aperto le indagini.
Nel dettaglio, Ubs dovrà pagare 1,2 miliardi di dollari al Dipartimento di Giustizia Usa e alla Commodity Futures Trading Commission (Cfct), 160 milioni di sterline alla Financial Services Authority (Fsa) britannica e 59 milioni di franchi svizzeri per il presunto utile realizzato all’autorità svizzera di vigilanza dei mercati (Finma).
“Ci rammarichiamo profondamente per questo comportamento inadeguato e non etico – ha commentato l’amministratore delegato di Ubs, Sergio Ermotti – Nessun profitto è più importante della reputazione di questa azienda e siamo impegnati a fare business con integrità”. Ermotti ha definito il comportamento dei dipendenti coinvolti nello scandalo, si parla di una trentina, “inaccettabile”.
E la mazzata si farà sentire non solo sulla reputazione ma anche sui conti. Ubs ha infatti fatto sapere che nel quarto trimestre dell’anno il risultato netto attribuibile agli azionisti sarà negativo per 2-2,5 miliardi di franchi. “Ubs ritiene che l’utile del quarto trimestre netto attribuibile agli azionisti si chiuda con una perdita, principalmente per effetto di accantonamenti per contenziosi e questioni regolamentari”, si legge nella nota odierna.