Salvataggio Dexia: deciso nella notte lo spezzatino in salsa franco-belga
Necessario dunque lo smantellamento. Lo Stato belga sborserà 4 miliardi di euro per acquistare Dexia Banque Belgique, che di fatto sarà nazionalizzata nell’interesse dei clienti, e di cui il capitale verrà probabilmente aumentato in un secondo momento, per ridare un ruolo a Fiandra, Vallonia e Bruxelles, le Regioni che al momento possiedono delle quote equivalenti a quella del Governo belga, e che inizialmente si erano opposte a perdere la propria possibilità di gestione della banca.
Un secondo step riguarda il passaggio in Francia del business dei servizi al credito locale della banca; l’Ad di Dexia, Pierre Mariani, ha infatti avviato trattative esclusive con la Caisse des Depots e la Banque Postale per l’acquisto di questo ramo di attività che, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbero valere 700 milioni di euro.
Quanto alle partecipazioni del gruppo (il Crediop, la turca Denizbank e la filiale lussemburghese), saranno vendute al miglior offerente; secondo la stampa belga, i potenziali acquirenti non dovrebbero mancare.
Una volta smembrata, Dexia sarà trasformata in «bad bank» con circa 100 miliardi di portafoglio titoli e 90 miliardi di garanzie ripartiti tra Belgio (60%), Francia (36,5%) e Lussemburgo (3,5%), contro i 150 miliardi del salvataggio di Dexia nel 2008.
Il titolo Dexia, che doveva riprendere le contrattazioni dopo essere stato sospeso lo scorso 6 ottobre, è invece fermo anche questa mattina in attesa degli esiti definitivi della trattativa per il salvataggio. Un salvataggio reso difficoltoso dalla minaccia di un downgrade del Belgio da parte delle agenzie di rating, Moody’s in testa. Non è infatti leggero il peso di Dexia, su un Paese che ha già un debito che nel 2010 valeva il 97% del Pil.