Roubini Global Economics: anteprima sul consiglio direttivo della Bce
1. Il tasso di rifinanziamento principale, con cui vengono condotte le operazioni a breve/medio termine, su cui come anticipato interverrebbe la BCE,
2. Il tasso di finanziamento per le operazioni di rifinanziamento marginale (a brevissimo termine/ovenight), che verrebbe portato all’1% (oggi 1,5%);
3. Il tasso sui depositi detenuti presso la banca centrale, attualmente nullo.
Insieme, si attende una ridefinizione degli asset ammessi dalla BCE a garanzia dei finanziamenti erogati. Questa misura darebbe la possibilità alle istituzioni che necessitano di una iniezione di liquidità, di dare come garanzia alla BCE una gamma più ampia di titoli (quindi anche titoli più rischiosi). La conseguenza principale sarebbe uno spostamento del rischio da queste istituzioni, in capo alla BCE.
Per quanto riguarda le misure straordinarie, ha fatto grande scalpore la dichiarazione fatta a porte chiuse al Parlamento Europeo di Mario Draghi, secondo cui l’acquisto dei titoli di stato dei paesi in difficoltà, con scadenza fino a 3 anni, rientrerebbe nei poteri affidati alla BCE. Questa estensione rispetto ai 2 anni preventivamente prospettati è stata accolta positivamente dal mercato, che ha premiato i titoli di debito italiani e spagnoli sulla parte a breve. Non è stato invece accennato nulla in riguardo alla sterilizzazione dei tassi sul debito, che pur essendo un intervento non necessario a questo stadio, sarebbe utile per stabilizzare le operazioni sul mercato interbancario.