Italiani campioni di risparmio durante pandemia, conti correnti strabordano di liquidità nel momento sbagliato (rendimenti zero e alta inflazione)
Corre la massa di risparmi degli italiani sfiorando quota 2.000 miliardi di euro. Durante l’ultimo anno, in piena emergenza Covid, le riserve degli italiani sono aumentate di oltre 110 miliardi (+6%), dai 1.877 miliardi di aprile 2020 ai 1.988 miliardi di aprile 2021.
Maggiore liquidità che per la maggior parte è andata ad arricchire ulteriormente i saldi dei conti correnti. Come sottolineato nei giorni scorsi da Paolo Savona, numero uno della Consob, l’elevata capacità di risparmio è una virtù degli italiani che però al giorno d’oggi non premia con rendimenti prossimi allo zero.
Stessa cosa dicono le banche che sono impegnate nella mission di convincere i loro correntisti a smuovere parte dei loro soldi dai conti correnti verso il risparmio gestito. Intesa Sanpaolo tra i suoi obiettivi principali di quest’anno mette proprio la conversione dei depositi in raccolta indiretta. I clienti della maggiore banca italiana hanno circa 80 miliardi di euro di liquidità parcheggiata in depositi e l’obiettivo è di trasformarne almeno 20 miliardi in AUM entro fine anno.
Lasciare i soldi fermi sul conto corrente non conviene molto e ci perdono sia le banche che i risparmiatori. Oltre al rendimento nullo oggi c’è anche la perdita potenziale futura con il rischio di vedere depapeurato il potere di acquisto dei propri soldi a causa dell’inflazione che sta crescendo velocemente negli ultimi mesi, soprattutto negli Usa, ma anche in Europa.
Boom liquidità, 153,9 miliardi aggiuntivi lasciati sui conti correnti
Questi i dati principali di un’analisi del Centro studi di Unimpresa sulle riserve delle famiglie e delle aziende italiane secondo cui è cresciuta, in particolare, la liquidità sui conti correnti, con il saldo totale arrivato a 1.374 miliardi, in aumento di oltre 153 miliardi (+12%) in 12 mesi. Sono le aziende, che hanno sostanzialmente fermato gli investimenti, ad aver accumulato le maggiori risorse: i loro salvadanai sono saliti di quasi 72 miliardi (+23%), arrivando a quasi 381 miliardi; mentre quelli delle famiglie sono cresciuti di circa 53 miliardi (+5%), arrivando a 1.129 miliardi e quelli delle imprese familiari hanno registrato un saldo positivo di 10 miliardi (+16%), fino a 77 miliardi, secondo la quale sui depositi vincolati ci sono 9 miliardi in meno (-4%). Dati che confermano in sostanza che famiglie e aziende preferiscono avere risorse finanziarie sempre disponibili, abbandonando forme di risparmio meno liquido.
Depositi toccano nuovo record a maggio
Come emerge dal bollettino mensile Abi, la corsa dei depositi non si è fermata nemmeno a maggio. Le consistenze sono salite a 1.774 miliardi, il dato più alto in assoluto negli ultimi anni, anche se il tasso di crescita anno su anno è in calo dal +11,6 per cento registrato a gennaio all’8,2% di maggio.
Un anno di pandemia e di lockdown a singhiozzo ha fermato sia i consumi sia gli investimenti afferma Unimpresa secondo cui la ricetta per uscire da questa situazione inevitabile è che il governo faccia di più sia con i sostegni sia con gli investimenti pubblici.