Intesa Sanpaolo ha due mission: cascata dividendi d’autunno e smuovere un quarto della montagna di liquidità dei clienti verso il risparmio gestito
Intesa SanPaolo è focalizzata sulla conversione dei depositi in raccolta indiretta e ad oggi i clienti della banca hanno circa 80 miliardi di euro di liquidità parcheggiata in deposito e l’obiettivo è di trasformarne almeno 20 miliardi in AUM entro fine anno. Così emerge dal roadshow di Intesa da cui, secondo Equita, sono emerse indicazioni positive inducendo la sim milanese ad alzare del 3% il target price a 2,7 euro (rating buy confermato).
Gli analisti della Sim milanese in particolare ricordano che l’estensione delle moratorie a fine anno è stata importante per evitare il rischio di cliff effect sulle esposizioni nei confronti dei settori maggiormente impattati dalla crisi. Il miglioramento delle stime di crescita del PIL potrebbe risultare in un’accelerazione delle erogazioni – soprattutto verso le imprese – nel corso dell’anno, sebbene ancora difficilmente osservabile nel secondo trimestre.
Il pagamento dei dividendi è una priorità per il gruppo e sul fronte M&A sono escluse altre operazioni nel commercial banking, mentre potrebbero essere valutate acquisizioni nell’asset management o nell’insurance, sia in Italia che soprattutto all’estero. “Le operazioni si configurerebbero principalmente come bolt-on (ossia di società medio-piccole, ndr), considerando la priorità di distribuire una quota significativa dell’excess capital agli azionisti”, rimarca la sim milanese.
Verso cessione degli Npl nel leasing
Intanto oggi Il Sole 24 Ore riporta l’indiscrezione secondo cui il «progetto Portland», che comprende un valore nominale di 1,1 miliardi di crediti deteriorati originati dal leasing di Intesa Sanpaolo, si sta per concludere. Sarebbero ormai alla fase finale 4 player pronti a rilevare gli NPL della banca: l’americana Bain Capital Credit, il gruppo Credito Fondiario (controllato dal fondo Elliott), l’altro gigante americano degli investimenti alternativi Fortress e, infine, una cordata costituita dal gruppo scandinavo Intrum e da Deva Capital.