Risiko delle Borse: Lse acquista la piattaforma Turquoise, fusione con Baikal
Torna il risiko delle Borse. Il London Stock Exchange (Lse), società che controlla le Borse di Londra e di Milano, ha acquisito la piattaforma alternativa dei titoli Turquoise, che andrà a fondersi con la filiale paneuropea Baikal, sviluppando ulteriormente i servizi di trading in Europa. Un bel colpo per Xavier Rolet, il manager francese divenuto Ceo dell’LSe dopo l’uscita di scena di Dame Clara Furse nella primavera scorsa, visto che si tratta della quarta piattaforma alle spalle dello stesso Lse, di X Chi e Bats.
“Siamo contenti di aver unito le forze con un numero maggiore di clienti in una partnership che crediamo offrirà una serie attraente di prodotti e servizi innovativi e concorrenziali in Europa”, ha commentato l’operazione Xavier Rolet, amministratore delegato di Lse. Il gruppo prevede fino a 20 milioni di sterline come costi di integrazione, ma l’operazione permetterà sinergie “significative” e avrà un impatto positivo sull’utile per azione a partire dall’esercizio 2012.
Al termine dell’operazione, che dovrebbe avvenire entro metà febbraio 2010, il gruppo britannico controllerà il 60% della nuova società così nata, mentre il restante 40% verrà detenuto dalle banche attualmente azioniste di Turquoise, (tra queste Citigroup, Credit Suisse, Goldaman Sachs, Bank of America Merrill Lynch, Morgan Stanley, Ubs, BNP Paribas e Société Générale). Le trattative erano state avviate a ottobre dopo aver contattato ben diciotto potenziali bidder, tra cui anche Deutsche Borse, Nasdaq-Omx, Nyse-Euronext e X-Chi.
Turquoise fa parte delle piattaforme di transazione multilaterali, nate nel Vecchio continente circa due anni fa a seguito della direttiva europea sui “mercati di strumenti finanziari” (Mif), che ha liberalizzato il settore cercando di aumentare la concorrenza e contrastare i monopoli tradizionali, come il London Stock Exchange. Ma, ironia della sorte, ecco che a un anno dalla sua nascita, Turquoise finisce proprio nelle mani del gigante borsistico inglese. D’altronde il suo primo anno di vita non è stato dei migliori. La piattaforma ha infatti registrato nel 2008 una perdita ante imposte di 15,7 milioni di sterline.