Rischio tassi Fed incombe sugli emergenti, le imminenti elezioni fanno tremare il Brasile
Primi segnali di cedimento per i mercati emergenti che guardano con crescente preoccupazione alle prossime mosse della Federal Reserve. Dopo la striscia di rialzi messa a segno negli ultimi mesi, il sentiment sugli emergenti rischia di incrinarsi nuovamente e si teme il ripetersi del dietrofront che li caratterizzò nel maggio 2013 a seguito dell’apertura ufficiosa al tapering da parte della Federal Reserve.
All’aspettativa di un’inversione della politica monetaria della Fed, con la prima stretta sui tassi di interesse dal 2006 che potrebbe concretizzarsi già nella prima metà del 2015, si aggiungono le tensioni geopolitiche, in ultima le proteste pro-democrazia dello scorso weekend a Hong Kong. Tali elementi rendono gli investitori meno propensi a posizionarsi su asset rischiosi come quelli emergenti.
Lira turca tra le valute più sensibili all’effetto tassi
L’effetto Fed si sta facendo sentire principalmente sulle valute emergenti più sensibili al rischio di un rialzo dei tassi oltreoceano. Ieri il bond a 10 anni turco è risalito sopra il 10% sui massimi a 5 mesi con la lira turca scesa ai minimi da inizio febbraio rispetto al dollaro Usa. Secondo Fitch la lira è tra le valute maggiormente sensibile a un rialzo dei tassi negli Usa.
L’effetto Fed si sta facendo sentire principalmente sulle valute emergenti più sensibili al rischio di un rialzo dei tassi oltreoceano. Ieri il bond a 10 anni turco è risalito sopra il 10% sui massimi a 5 mesi con la lira turca scesa ai minimi da inizio febbraio rispetto al dollaro Usa. Secondo Fitch la lira è tra le valute maggiormente sensibile a un rialzo dei tassi negli Usa.
Anche Rand sudafricano e Rupia indonesiana sono scivolate ai minimi da febbraio rispetto al biglietto verde.
Elezioni Brasile, mercati temono possibile conferma della Rousseff
Sul Brasile pesano invece anche forti tensioni politiche in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 5 ottobre. Gli ultimi sondaggi vedono un crescente vantaggio per il presidente uscente Dilma Rousseff, accreditata di una quota del 40% dei consensi rispetto al 37% del precedente sondaggio, con un vantaggio sempre più netto rispetto alal principale sfidante Marina Silva, ferma al 27% (dal 30% precedente).
Sul Brasile pesano invece anche forti tensioni politiche in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 5 ottobre. Gli ultimi sondaggi vedono un crescente vantaggio per il presidente uscente Dilma Rousseff, accreditata di una quota del 40% dei consensi rispetto al 37% del precedente sondaggio, con un vantaggio sempre più netto rispetto alal principale sfidante Marina Silva, ferma al 27% (dal 30% precedente).
Brasile che è alle prese con una difficile situazione economica suggellata ieri dal nuovo taglio della stime sul Pil del 2014 da parte de Banco Central do Brasil. Ora il Pil è visto salire solo dello 0,7% dal precedente 1,6%.
Il real brasiliano è scivolato ieri ai minimi a sei anni contro il dollaro, mentre la Borsa di San Paolo è scesa ieri del 4,50%. “Ormai sembra essere abbastanza chiaro che i mercati non amano il presidente uscente, e la possibilità che venga confermata sembra pesare sulle prospettive delle imprese brasiliane”, commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG.