A rischio il rialzo dei tassi Fed a settembre. L’euro/dollaro potrebbe spingersi verso 1,2000

Produzione industriale ad aprile e rilevazione preliminare di maggio dell’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan sono i due principali dati in calendario oggi negli Stati Uniti. Verranno osservati con particolare attenzione dalla Fed e dagli investitori, tutti in cerca di indicazioni sul prossimo rialzo dei tassi.
Se un ritocco al livello dei Fed Funds è escluso a giugno, anche settembre ha perso quota nelle previsioni degli analisti. Una serie di dati macroeconomici deludenti, ultimo dei quali la discesa dei prezzi alla produzione in aprile (-0,4% rispetto al mese precedente), aumentano il rischio che la Fed muova i tassi ahead of the curve, ossia troppo presto. Un rischio che la ‘colomba’ Janet Yellen vuole evitare. “Finora ci si è domandati quando la Federal Reserve avrebbe alzato i tassi – spiega in un report Michael Hewson, market analyst di CMC Markets UK – ora dopo gli ultimi dati economici ci si domanda se esistano le condizioni per alzarli”. La discesa dei prezzi alla produzione e il debole dato sulle vendite al dettaglio pubblicato mercoledì fanno ipotizzare nuove revisioni al ribasso delle previsioni sul Pil Usa. La debolezza che ha caratterizzato i mesi invernali potrebbe estendersi anche nel secondo trimestre.
“Tutto ciò ha calmato le preoccupazioni su un imminente rialzo dei tassi aiutando a sostenere il mercato azionario. L’effetto sul dollaro non è stato altrettanto positivo”. Nella seduta di ieri il cambio euro/dollaro ha raggiunto i livelli di tre mesi fa a 1,1445 e non sono esclusi nuovi movimenti al rialzo. Il dollar index, che confronta il biglietto verde con un paniere di valute è arrivato sui supporti di inizio febbraio a 93,50. “Il rallentamento dell’economia americana – riprende Hewson – sembra aver alterato la chimica del rally del dollaro e questo cambiamento potrebbe portare la valuta americana ancora più in basso nei prossimi mesi. Anche mettendo in conto l’uscita di buoni dati oggi, le possibilità che la Fed rialzi i tassi a settembre sembrano scarse. Gli investitori sembrano aver dimenticato che la Banca centrale americana ha tagliato le previsioni di crescita e inflazione nella riunione di marzo. È difficile che, alla luce dei dati macro recenti, la Fed riveda le proprie previsioni al rialzo nel meeting di giugno. Di conseguenza se verrà adottato un approccio attendista nella prossima riunione, esito probabile al momento, la prima data utile per rivedere le previsioni e rialzare i tassi è settembre. Sarebbe inusuale che la Fed facesse entrambe le cose nella stessa riunione”.
Dal punto di vista tecnico la recente corsa dell’euro/dollaro appare tirata anche se la valuta unica europea continua a essere sostenuta in occasione delle flessioni. Solo una caduta sotto 1,1050, tuttavia, potrebbe negare l’attuale movimento al rialzo con destinazione 1,2000.