Rischio elezioni sottovalutato dai mercati, ecco cosa potrebbe andare storto e destabilizzare BTP e azioni

A pochi giorni all’appuntamento con le elezioni italiane del prossimo 4 marzo i mercati mostrano ancora una discreta calma con spread tra Btp e Bund sotto controllo. Dalle urne è difficile che esca un vero vincitore con gli investitori che sembrano vedere la prospettiva di una grande coalizione come il minore dei mali per l’Italia e l’Eurozona in generale. Non vanno però esclusi a priori altri scenari che potrebbero destabilizzare Btp e non solo.
Mercato crede in grande coalizione
La maggior parte degli ultimi sondaggi confermava che non ci saranno vincitori assoluti nelle prossime elezioni italiane. “Riteniamo che il risultato più probabile sia un governo tecnocratico o una grande coalizione, nessuno dei quali crediamo avrebbe un forte impatto sui mercati obbligazionari”, asserisce David Zahn, Head of European Fixed Income di Franklin Templeton, che ritiene che un risultato inatteso possa provocare una reazione di mercato eccessiva.
Vittoria centro-destra potrebbe deprimere i BTP
Tra gli scenari da non scartare c’è sicuramente quello che un gruppo si aggiudichi abbastanza seggi per formare un governo. Se fosse la coalizione dei partiti di centro-destra (che include Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi) la reazione dei mercati potrebbe essere di incertezza visto il programma della coalizione guidata da Forza Italia e Lega incentrato su maggiori spese. “Attualmente sembra improbabile che raggiunga un numero di seggi sufficiente a ottenere la maggioranza assoluta – sostiene David Zahn – ma se riuscisse a sorpassare la linea, questo risultato potrebbe avere ripercussioni negative sul debito italiano. La banca centrale del paese probabilmente emetterà più titoli di stato (BTP) in un momento in cui uno dei maggiori acquirenti, la BCE, sta ridimensionando gli acquisti di debito pubblico”.
Movimento dei BTP che segnerà anche l’umore di Piazza Affari. Gli analisti di UBS sottolineano che i bond sovrani italiani devono essere attentamente monitorati, anche per la relazione inversamente proporzionale che esiste tra il trend dello spread e quello dell’azionario.
Rischio volatilità
A livello statistico la storia dei periodi pre e post elezioni di vari paesi mostra però che la volatilità in quei frangenti, ovvero nei sei mesi a cavallo della tornata elettorale, sia tipicamente addirittura più contenuta rispetto alla media storica. “Bisogna tenere conto però che gli attuali sondaggi prevedono un esito finale incerto – avverte Alessandro Allegri, AD di Ambrosetti AM SIM – e se si venisse a creare una situazione di potenziale crisi del governo o se si arrivasse ad un risultato elettorale spiazzante o anti europeista, si potrebbero creare delle occasioni per generare flussi di vendita“. “Inoltre – aggiunge Allegri – una vittoria di player politici outsider, la cui capacità di governare il territorio e di trattare con attori esteri viene ad oggi valutata come elemento di maggior fragilità, potrebbe generare una negatività di medio periodo”.