Rischio Btp con Governo Lega-M5S, tre motivi per andare short
L’Italia e gli asset italiani (Btp in testa) sotto la lente dei mercati e dall’Europa di fronte al concretizzarsi di un Governo Lega-Movimento 5 Stelle. Negli ultimi giorni il termometro dello spread è tornato a salire: oggi il differenziale tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco staziona a quota 135 punti base, dopo essersi spinto verso quota 140 sui massimi da marzo. I mercati e gli investitori guardano agli sviluppi dalla trattativa tra Lega e Grillini, che chiedono più tempo al Qurinale per mettere a punto i loro “contratto” per la formazione del nuovo Governo. Tempo ancora fino a domenica sera per trovare la quadra. E se la convergenza sul programma sembra esserci, rimane ancora da superare un nodo cruciale: il nome del premier da indicare.
Ci guarda anche l’Europa, con estrema attenzione, e il Quirinale manda un chiaro messaggio ai due leader: “Il sovranismo non è la soluzione“. “Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell’Unione, preso singolarmente, quale che sia la sua dimensione”, ha dichiarato Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, intervenendo all’inaugurazione dell’edizione 2018 di “The State of the Union”. E sul fronte premiership l’ultimo nome che circola, che potrebbe mettere d’accordo tutti, è quello di Giampiero Massolo, diplomatico italiano, presidente dell’Ispi.
Nell’attesa l’opposizione rappresentata dal Partito Democratico dice la sua. A parlare è Matteo Renzi. “Oggi tanti dicono: il governo Lega-CinqueStelle non piace all’Europa. Probabile, dico io. Aggiungo: non piace nemmeno a me, nemmeno a molti di noi. Ma dobbiamo parlarci chiaramente, amici: quello che conta non è ciò che piace a noi o alla Commissione Europea, ma ciò che piace agli italiani. Il 4 marzo il popolo ha parlato. E se la democrazia è una cosa seria, adesso tocca a loro; altrimenti tanto varrebbe non votare”. E’ quanto scrive l’ex premier Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook. “Salvini e Di Maio hanno la maggioranza in Parlamento, con buona pace di chi diceva che il Movimento Cinque Stelle è un partito di sinistra. Devono rispettare le promesse folli e irrealizzabili che hanno lanciato e rilanciato sui social e nelle piazze“, prosegue ancora Renzi che cita, tra le altre, la flat tax. “Hnno promesso tante cose. E su quelle promesse hanno vinto: chiederemo conto delle loro bugie elettorali, ogni giorno”, ha postato Renzi.
AllianceBernstein dice underweight su Btp: ecco perchè
AllianceBernstein dice underweight su Btp. “Abbiamo deciso di assumere una posizione underweight sui Titoli di Stato della Penisola per una serie di ragioni – spiega John Taylor, Fixed Income portfolio manager di AllianceBernstein -. Innanzitutto, abbiamo percepito il subentrare di una certa noncuranza tra gli investitori e il diffondersi dell’idea che uno scenario economico positivo potesse più che compensare un evento politico negativo. In secondo luogo, contrariamente a quanto successo nel periodo elettorale, durante il quale molti investitori erano uniti nel prevedere un esito negativo, recentemente abbiamo interpretato l’assottigliarsi dello spread come una conseguenza di coperture a precedenti sottopesi e/o all’assunzione di posizioni long. Infine, l’allargamento dei differenziali di credito a livello europeo ha reso il valore relativo dei titoli italiani nei confronti dell’obbligazionario corporate decisamente poco attraente”.
John Taylor si è poi soffermato sullo scenario attuale, con gli spread sui titoli di Stato italiano che si sono allargati nelle ultime settimane, reagendo all’aumento del rischio politico. “I bond sovrani italiani – sottolinea l’esperto – si sono indeboliti con il consolidarsi della prospettiva di un governo Lega-5 Stelle, iniziando a digerire l’idea di politiche fiscali più accomodanti che potrebbero non solo creare tensioni con gli altri Paesi dell’Unione, ma anche portare a dei tagli di rating da parte delle principali agenzie. Al contrario della Spagna, che ha iniziato un trend positivo per quanto riguarda la revisione dei meriti di credito, infatti, in Italia non è stato fatto poi molto a livello di riforme nel periodo post-crisi, lasciando il Paese in un territorio ancora pericolosamente vicino ai margini dell’investment grade”.