Rischio Brexit: la BoE prepara piano in vista referendum, sterlina soffre ancora
Rimane alta la tensione oltremanica con il mercato che continua a interrogarsi sulle possibili conseguenze di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il rischio Brexit continua ad affossare la sterlina che questa mattina ha violato al ribasso quota 1,40 contro il dollaro Usa. Non succedeva dal marzo del 2009.
Le vendite sulla divisa britannica si sono acuite nelle ultime tre sedute in scia alla presa di posizione del sindaco di Londra, Boris Johnson, che sosterrà la campagna referendaria per l’uscita dall’UE. Posizione pro-Brexit assunta anche dal candidato tories a sindaco di Londra, Zac Goldsmith.
Boe prepara piano in vista referendum, ma niente previsioni su possibili conseguenze
Ieri intanto il governatore della Bank of England, Mark Carney, ha riconosciuto che l’incertezza circa l’esito del referendum sta alimentando l’instabilità per la sterlina così come si era visto prima del referendum del 2014 per l’indipendenza della Scozia. Carney ha rimarcato che la banca centrale britannica sta studiando piani di emergenza per le conseguenze del voto, ma la Banca d’Inghilterra non farà previsioni sulle possibili conseguenze di una Brexit.
Difficile quantificare conseguenze di una Brexit
L’agenzia di rating Fitch ha avvertito che la possibile Brexit creerebbe nell’immediato perturbazioni in quasi tutti i settori e rischi significativi anche nel lungo termine. “I lunghi negoziati e l’incertezza sul futuro accesso delle imprese britanniche ai mercati dell’Unione europea in vista del prossimo referendum sull’adesione all’Ue (Brexit) peserebbero sulla fiducia e ritarderebbero le decisioni di investimento. Ciò avrebbe un costo economico a breve termine, anche se l’impatto preciso è incerto”, ha detto Fitch.
L’agenzia di rating Fitch ha avvertito che la possibile Brexit creerebbe nell’immediato perturbazioni in quasi tutti i settori e rischi significativi anche nel lungo termine. “I lunghi negoziati e l’incertezza sul futuro accesso delle imprese britanniche ai mercati dell’Unione europea in vista del prossimo referendum sull’adesione all’Ue (Brexit) peserebbero sulla fiducia e ritarderebbero le decisioni di investimento. Ciò avrebbe un costo economico a breve termine, anche se l’impatto preciso è incerto”, ha detto Fitch.
Sterlina a rischio ulteriori ribassi
Negli ultimi tre mesi la divisa britannica ha ceduto oltre l’11% contro l’euro e oltre il 15% contro lo yen. Goldman Sachs vede rischio discesa fino a 1,15-1,2 per il cross GBP/USD in caso di Brexit, mentre in Hsbc vede forte rimbalzo a 1,6 a fine 2016 una volta sventato il rischio di un’uscita dall’Unione Europea.
“Il referendum sull’UE è un classico tema populista in cui le motivazioni logiche sono meno convincenti delle reazioni emotive – sottolinea Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst di Swissquote – . Proprio come sta avvenendo per le primarie repubblicane negli USA, far leva sui timori irrazionali può far ondeggiare le intenzioni degli elettori”. “Se il fronte a favore della Brexit si organizzasse e lanciasse un’appassionata campagna mirata, le aspettative di una Brexit aumenterebbero significativamente”, aggiunge l’esperto di Swissquote.