Amundi: Nessun allarme recessione per l’economia Usa. Ma la Fed non ha margini di manovra
Dovremmo preoccuparci di una recessione negli Stati Uniti? La domanda è allarmante, ma non certo peregrina. E’ opinione diffusa, infatti, che il consenso sull’economia americana è stato a lungo troppo ottimista. E ora assistiamo a una revisione globale di queste previsioni. Solo alcuni giorni fa un’importante istituzione finanziaria ha rivisto la sua stima sulla crescita negli Usa per il 2016 dal 3,3% all’1,8 per cento. “La revisione di per sé non ci stupisce – dice il team di gestione di Amundi – ma ci chiediamo se l’ottimistica proiezione precedente fosse davvero giustificata, visto che gli indicatori anticipatori stimano da lungo tempo una crescita nell’ordine del 2 per cento“.
Stime al ribasso
Quanto ad Amundi aveva rivisto le stime già nel 2014: una significativa revisione al ribasso della crescita mondiale dal 3,8% al 3,1% tra il gennaio 2014 e il dicembre 2014, essenzialmente dovuta al rallentamento dell’economia nei Paesi emergenti, una revisione al ribasso meno pronunciata della crescita Usa, che dovrebbe gradualmente convergere verso il suo potenziale di crescita (intorno all’1,8%), e una revisione al rialzo della crescita nella zona Euro. “Manteniamo questo punto di vista – dice Amundi – Per quanto riguarda gli Stati Uniti, non dobbiamo dimenticare che i consumi (che rappresentano oltre il 70% del Pil nazionale) continuano a tenere bene e che permane un grosso scarto tra il settore terziario (che è solido) e quello manifatturiero, decisamente più fragile”. Tutto ciò, secondo Amundi, depone a favore di una crescita nell’ordine del 2% e non di una crescita negativa.
Poco spazio per la Fed
“Non è quindi il caso in questo momento di temere una recessione negli Stati Uniti, ma ciò che preoccupa è l’assenza di margini di manovra da parte della Fed“, spiegano i gestori. La situazione attuale è infatti completamente diversa da quella del 2004-2006, due anni durante i quali la Banca centrale americana ha potuto alzare i tassi ben 17 volte, per un totale di 400 punti base, creandosi così dei margini di manovra, che non ha tardato a utilizzare in occasione della crisi finanziaria. Per concludere, “Il quadro attuale è ben diverso: la Fed è in ritardo sul ciclo economico: la stabilità finanziaria, e in misura minore il dollaro, non possono permettersi un rialzo dei tassi.“, spiega Amundi