Ricetta unica per Ubi, Bpm e B. Popolare: via a tagli dividendi e manovre di rafforzamento
Chissà se i risultati 2008 avranno l’effetto di accelerare le ipotizzate nozze tra le due promesse spose di casa nostra? Se è vero che uno degli effetti principali della crisi, come ha spiegato in questi giorni il premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, sarà un consolidamento del settore bancario in tutto il mondo, i risultati presentati questa mattina da Ubi e da Banco Popolare potrebbero rappresentare un discreto viatico a tale scenario.
Il Banco ha chiuso il 2008 con una perdita di 333 milioni di euro, con rettifiche e accantonamenti per più di 2,4 miliardi. Il Core Tier 1, considerando la già approvata emissione di Tremonti bond e la definizione del dossier Italease si attesta in via preliminare al 6,5%, soglia che non ha impedito al cda della banca di puntare al rafforzamento patrimoniale non distribuendo il dividendo.
Ubi invece ha visto calare l’utile al netto delle partite non ricorrenti del 44,8% a 425,3 milioni. Distribuirà un dividendo pari a meno della metà rispetto a quello dell’anno precedente (da 0,95 a 0,45 centesimi) e non ricorrerà ai Tremonti bond ma attuerà il rafforzamento patrimoniale attraverso l’emissione di obbligazioni convertibili per un massimo di 640 milioni e durata di quattro anni.
Ieri in serata era toccato a Popolare di Milano presentare un calo dell’utile netto del 76,8% a 75,3 milioni. Anche l’istituto di piazza Meda ha presentato una serie di misure di rafforzamento patrimoniale che comprendono sia ll’emissione di Tremonti bond per 500 milioni sia un’offerta pubblica di acquisto su strumenti innovativi di capitale, i cosiddetti titoli di Tier I o preference securities, emessi da società del guppo Bpm per un ammontare complessivo in valore nominale di 460 milioni. Prevista anche la decurtazione del dividendo, che scenderà da 40 a 10 centesimi di euro.