Renault, emissioni più alte ma nessuna frode. Fca respinge accuse concessionari Usa
Si sgonfiano le accuse contro la francese Renault per un possibile coinvolgimento nel Dieselgate, lo scandalo dei motori diesel truccati per superare i test di emissioni scoppiato a fine settembre in casa Volkswagen. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, le auto equipaggiate con motori diesel targate Renault superano i livelli di inquinamento fissati dalle norme ma non presentano nessun software di falsificazione. E’ quanto emerso dai test realizzati in Francia nel quadro dell’inchiesta aperta a seguito dello scoppio dello scandalo in Volkswagen. Intanto Fiat Chrysler Automobiles (Fca) si difende dalle accuse arrivate da Oltreoceano sulla possibile falsificazione dei dati di vendita, definendoli privi di fondamento.
Renault, non c’è software illegale
Le prime conclusioni dei test resi noti dalla commissione tecnica, illustrati ieri pomeriggio dal ministro dell’Ambiente e dei Trasporti Ségolène Royal, hanno dimostrato un superamento dei livelli fissati per legge di Co2 e ossido di azoto presso Renault e altri costruttori stranieri (i cui nomi non stati svelati), ma senza frode, in quanto non è stato rilevato nessun meccanismo o software illegale che possa truccare le emissioni. A far rientrare le preoccupazioni ci ha pensato anche il ministro dell’Economia francese, Emmanuel Macron, che ha definito le ispezioni negli stabilimenti Renault normali controlli, precisando che “non c’è alcuna frode” e che “la situazione di Renault non è in alcun modo comparabile a quella di Volkswagen”.
La stessa Renault ha risposto tempestivamente: “A fine dicembre, la Commissione aveva testato 11 veicoli (di cui 4 Renault) senza rilevare la presenza del software incriminato” , si legge nella nota stampa del costruttore transalpino, che dopo lo scoppio dello scandalo Volkswagen, aveva annunciato di voler investire 50 milioni di euro per ridurre il gap tra i livelli di emissione effettivi delle sue auto e quelli registrati durante i test.
Fca, le accuse dei due concessionari Usa sono prive di fondamento
Fiat Chrysler Automobiles (Fca) respinge le accuse dei due concessionari statunitensi sul bilancio falsificato delle vendite mensili, che ieri ha scatenato un’ondata di vendite sul titolo. Nella notte il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha emesso una nota precisando di aver appreso nella tarda giornata di ieri di una causa intentata in una Corte Federale dell’Illinois da due concessionari statunitensi dell’Illinois e della Florida, che accusano Fca Us di falso reporting delle proprie vendite. “Nonostante le numerose richieste di fornire la prova di tale supposta attività, gli attori si sono rifiutati di mostrare il fondamento delle loro accuse – si legge nella nota – Fca ha condotto una indagine sui fatti e ha concluso che tali accuse sono prive di fondamento”. Secondo la casa automobilistica, l’accusa è semplicemente il prodotto di due dealer scontenti.