Regno Unito: la BoE spinge al ribasso il pound. Inflazione sopra il 2% nei prossimi 3 anni
Segno meno per il pound dopo la conferma del costo del denaro britannico e la limatura delle stime di crescita. A poco più di 10 anni dall’ultimo rialzo, la Bank of England (BoE) ha confermato il tasso benchmark al minimo storico dello 0,25% e il piano di acquisto asset in quota 435 miliardi di sterline.
Inoltre, l’istituto guidato da Mark Carney ha annunciato di aver ridotto la view sulla crescita economica per il 2017, dall’1,9 all’1,7 per cento, e per il 2018, quando il PIL è atteso all’1,6%, -0,1% rispetto al dato precedente.
Si tratta di indicazioni che hanno finito per spingere al ribasso la sterlina che, a 1,3235 prima dell’annuncio, attualmente scambia a 1,3117 dollari, -0,8% rispetto al dato precedente. Andamento speculare del cambio eur/gbp, in rialzo dello 0,7% a 0,9025, e del FTSE100, ai massimi intraday a 7.472,85 punti (+0,84%).
Nel suo “Super Thursday” (decisione sui tassi, nota sulla politica monetaria e report trimestrale sull’inflazione), la BoE ha tagliato la stima sulle retribuzioni (dal 3,5 al 3% nel 2018) e alzato dal 2,6 al 2,7% il dato relativo l’inflazione 2017 (per il 2018 l’indice dei prezzi al consumo è confermato al 2,6%).
A giugno i prezzi al consumo hanno segnato un +2,6% e la BoE si attende che nei prossimi 3 anni si confermeranno sopra l’obiettivo del 2%. “Il Comitato di Politica monetaria stima un ulteriore crescita dell’inflazione nei prossimi mesi e un picco al 3% nel mese di ottobre”, riporta la nota dell’istituto. Questo alla luce del “deprezzamento della sterlina che continua a riversarsi sui prezzi al consumo”.
Per non dare un’immagine troppo “dovish”, l’istituto londinese ha rimarcato che l’ipotesi di un incremento dei tassi non è da escludere. Il panel di analisti contattati da Bloomberg pronostica, al 57,8%, che un primo ritocco non sarà annunciato prima di maggio 2018.